“Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” è l’ampia esposizione a cura di Nicholas Cullinan presentata da Fondazione Prada a Milano dal 26 ottobre 2023 al 22 febbraio 2024. Il 3 novembre 2023 inaugureranno due mostre complementari, organizzate da Prada con il supporto di Fondazione Prada presso Prada Rong Zhai a Shanghai e Prada Aoyama Tokyo, che approfondiranno l’eredità storica e le interpretazioni contemporanee dei paraventi nei contesti orientali.
La mostra di Milano indaga la storia e interpreta i significati di questi oggetti, ripercorrendo le traiettorie di reciproche contaminazioni tra Oriente e Occidente, i processi di ibridazione fra diverse forme d’arte e funzioni, le collaborazioni tra designer e artisti e, infine, la creazione di opere inedite. I paraventi rappresentano il concetto di liminalità e di soglia fra due condizioni, in senso letterale e metaforico, in quanto attraversano le barriere tra discipline, culture e mondi diversi.
“Pittura o scultura? Arte o complemento d’arredo? Elemento utilitaristico oppure ornamentale? Decorativo, funzionale, architettonico o teatrale? Questa mostra esamina con un approccio innovativo gli interrogativi e i paradossi che circondano la storia dei paraventi, una storia di migrazione culturale (da Oriente a Occidente), di ibridazione (tra forme d’arte e funzioni diverse) e di ciò che viene celato e rivelato. La nostra ricerca svelerà come questa storia e il suo manifestarsi nel presente coincidano con la storia di oggetti liminali e della liminalità stessa, in un processo di superamento delle rigide distinzioni e gerarchie tra le diverse discipline dell’arte e dell’architettura, della decorazione d’interni e del design”.
Nicholas Cullinan
Il progetto espositivo ideato dallo studio di architettura SANAA, fondato da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, raccoglie negli spazi del Podium settanta paraventi. Sono inclusi sia opere di grande valore storico sia lavori più recenti provenienti da musei internazionali e collezioni private, oltre a una selezione di nuove creazioni appositamente commissionate per questo progetto a più di quindici artisti internazionali. Al piano terra del Podium, pareti curvilinee e trasparenti di Plexiglas, alternate a tende dalla linea sinuosa, evocano le forme di questi oggetti creando una serie di spazi caratterizzati da diverse condizioni luminose. All’interno di questi ambienti i visitatori potranno incontrare i vari gruppi tematici e confrontarsi con un fluido percorso espositivo grazie alla trasparenza delle strutture divisorie. Al piano superiore l’allestimento rappresenta l’intera storia dei paraventi, presentati in ordine cronologico e disposti su piedistalli sagomati che ne enfatizzanno le forme, in omaggio agli innovativi allestimenti museali del MASP di San Paolo, realizzato da Lina Bo Bardi, e al lavoro di SANAA per il museo Louvre-Lens.
Al piano terra del Podium, una sezione introduttiva raggruppa tre paraventi cinesi e giapponesi del XVII e XVIII secolo raffiguranti battaglie navali e vedute dall’alto per indagare l’intrinseca ambiguità e la natura transnazionale di questi oggetti. Si analizza la possibile duplice lettura dei paraventi da una prospettiva orientale, da destra a sinistra, oppure occidentale, da sinistra a destra, come un paesaggio o una rappresentazione cartografica. La seconda sequenza esplora il tema della rappresentazione delle stagioni e delle narrazioni temporali in una dimensione spaziale, accostando un paravento dell’artista cinese Chen Zhifo, maestro dei dipinti gongbi del XX secolo che riproduceva uccelli e fiori con grande accuratezza realista, a uno più astratto e ironico realizzato dall’artista americano Jim Dine nel 1969 e intitolato Landscape Screen (Sky, Sun, Grass, Snow, Rainbow).
Con un gruppo di opere recenti e inedite realizzate da Tony Cokes, Cao Fei, Shuang Li, Joan Jonas, Tiffany Sia e Wu Tsang, la mostra svela come un oggetto apparentemente senza tempo come il paravento possa diventare un mezzo per proiettare una stratificazione di immagini ed effetti multischermo con l’uso pervasivo delle tecnologie digitali. Un’altra sezione è dedicata a una delle funzioni del paravento: nascondere, proteggere e quindi creare una dimensione intima, privata e segreta all’interno dell’ambiente domestico. Opere storiche come Three-fold Screen with embroidered panels depicting heroines (The Legend of the Good Women) (1860 ca.) di William Morris ed Elizabeth Burden e Konku (1982) di William N. Copley sono accostate a paraventi contemporanei di artisti quali Lisa Brice, Anthea Hamilton, Lorna Simpson e Carrie Mae Weems, che affrontano temi come la seduzione e il senso del pudore attraverso una prospettiva inusuale.
L’estetica queer è al centro di un’altra serie di opere che trasformano questo oggetto quotidiano in un elemento decorativo dichiaratamente trasgressivo. Viene raccontata una storia culturalmente dirompente attraverso opere come il paravento realizzato da Duncan Grant del Gruppo Bloomsbury di Charleston (Sussex, Regno Unito) per l’Omega Workshop, un raro paravento del 1929 di Francis Bacon e World of Cats (1966), opera dell’attore, scrittore e collagista britannico Kenneth Halliwell, oltre a creazioni di artisti contemporanei quali Kai Althoff, Marc-Camille Chaimowicz e Francesco Vezzoli. Non va poi dimenticato che i paraventi possono anche essere potenti strumenti di propaganda politica, di manifestazione di forza e di ricchezza, di ostentazione e di costruzione di narrazioni capaci di influenzare la storia. Ne sono un esempio sia l’opera monumentale del 1718 di Pedro de Villegas, composta da dieci elementi che presentano sul lato frontale il racconto della conquista del Messico da parte del condottiero Hernán Cortés e sul retro una decorazione con scene orientali, sia la nuova commissione affidata a Goshka Macuga che affronta il tema della trasmissione del sapere e della cultura.
L’ultimo gruppo di opere allestite al piano terra del Podium esplora il paradosso della trasparenza attraverso la negazione concettuale o umoristica della funzione pratica di questi oggetti. I paraventi trasparenti di Carla Accardi e Isa Genzken incorniciano l’ambiente circostante anziché nasconderlo. Aprono a nuove prospettive e suggeriscono nuove visioni piuttosto che circoscrivere uno spazio.
In contrasto con l’approccio sincronico adottato al piano terra, il piano superiore segue una logica diacronica. La sequenza cronologica permette di ricostruire l’evoluzione storica di questo oggetto artistico e decorativo, dalle sue origini orientali e dai dialoghi e contaminazioni con le tradizioni occidentali fino al contributo innovativo apportato da designer e artisti nel XX e XXI secolo. I paraventi cinesi e giapponesi realizzati tra il XVII e il XIX secolo hanno dato il via a una serie di trasformazioni e metamorfosi che in questa mostra è rappresentata dalle creazioni, tra le altre, di maestri del design e dell’architettura quali Alvar Aalto, Charles e Ray Eames, Le Corbusier, Josef Hoffmann e Jean Prouvé; dalle sperimentazioni avanguardistiche di Giacomo Balla, René Magritte e Pablo Picasso; dalle opere di artisti contemporanei, fra i quali Marlene Dumas, Mona Hatoum, Yves Klein, Sol LeWitt, Betye Saar, Keiichi Tanaami, Cy Twombly e Luc Tuymans; e da quelle di artisti più giovani come Kamrooz Aram, Atelier E.B (Beca Lipscombe & Lucy McKenzie) e Małgorzata Mirga-Tas.
Un catalogo illustrato pubblicato da Fondazione Prada accompagna la mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries”. Include un’introduzione di Miuccia Prada, Presidente e Direttrice di Fondazione Prada, un’indagine storica e artistica del curatore della mostra Nicholas Cullinan, una serie di interviste agli artisti coinvolti nella produzione di paraventi inediti e saggi di scrittori, curatori e studiosi internazionali come Thomas Aquilina, Nancy Berliner, Francesca Berry, Whitney Davis, Frank Feltens, Wu Hung, Ido Misato, Paul B. Preciado, Ana Zabía e Siegfried Zielinski.
Elenco degli artisti in mostra
Alvar Aalto, Carla Accardi, Kai Althoff, Kamrooz Aram, Atelier E.B (Beca Lipscombe & Lucy McKenzie), Francis Bacon, Giacomo Balla, Hernan Bas, Lisa Brice, Elizabeth Burden e William Morris, Marc Camille Chaimowicz, Tony Cokes, William N. Copley, Pedro de Villegas, Jim Dine, Marlene Dumas, Charles & Ray Eames, Elmgreen & Dragset, Cao Fei, Isa Genzken, Duncan Grant, Eileen Gray, Wade Guyton, Kenneth Halliwell, Anthea Hamilton, Mona Hatoum, David Hockney, Josef Hoffmann, Pierre Jeanneret, Joan Jonas, William Kentridge, Yves Klein, Le Corbusier, Sol LeWitt, Shuang Li, Goshka Macuga, René Magritte, Kerry James Marshall, Takesada Matsutani, Małgorzata Mirga-Tas, Chris Ofili, Laura Owens, Lê Phổ, Pablo Picasso, Jean Prouvé, Man Ray, Betye Saar, Watanabe Shikō, Tiffany Sia, Lorna Simpson, John Stezaker, Keiichi Tanaami, Wu Tsang, Luc Tuymans, Cy Twombly, Francesco Vezzoli, Carrie Mae Weems, Franz West, T. J. Wilcox, Chen Zhifo.
Due mostre dedicate ai Paraventi a Tokyo e Shanghai
La mostra di Milano si declina in due esposizioni che saranno inaugurate contemporaneamente a Prada Rong Zhai a Shanghai (3 novembre 2023 – 21 gennaio 2024) e a Prada Aoyama Tokyo (3 novembre 2023 – 29 gennaio 2024).
Presentate da Prada, con il supporto di Fondazione Prada, entrambe le mostre nascono da commissioni affidate ad artisti che si concentrano sul modo in cui la natura dei paraventi è attualmente influenzata dalla nostra pervasiva esperienza digitale di stratificazione di immagini e di effetti multischermo
La mostra di Shanghai “Paraventi:屏” include due antichi paraventi cinesi del XVII e XVIII secolo − rispettivamente un piccolo paravento a piantana destinato a una scrivania e un paravento imperiale a 12 pannelli − e si sviluppa in una sequenza di stanze che ospitano cinque nuove opere commissionate ad artisti internazionali come Tony Cokes, John Stezaker, Shuang Li, Wu Tsang e Cao Fei.
La mostra di Tokyo “Paraventi: Keiichi Tanaami – パラヴェンティ : 田名網 敬一” presenta le opere dell’artista Keiichi Tanaami, uno dei principali artisti pop in Giappone dagli anni Sessanta. L’artista ha creato una nuova installazione ambientale per gli spazi di Prada Aoyama, ampliando il concetto del suo paravento concepito per la mostra di Milano. La mostra include anche un paravento di sei pannelli, Plum, Bamboo and Mynah Birds, realizzato da Terutada Shikibu, un pittore giapponese del XVI secolo noto per l’utilizzo della tecnica a inchiostro e acqua