Eddy Kamuanga Ilunga: Nature Morte – October Gallery, Londra

Eddy Kamuanga Ilunga, Energie red (Red Energy), 2024
Eddy Kamuanga Ilunga, Energie red (Red Energy), 2024. Acrylic on canvas. 188 cm x 203 cm,
04/11/2024 - 11:09 EST

La October Gallery è orgogliosa di presentare “Nature Morte”, una nuova mostra personale di Eddy Kamuanga Ilunga, uno dei più stimolanti artisti contemporanei della Repubblica Democratica del Congo. In questa quarta mostra personale alla October Gallery, le affascinanti opere pittoriche di Kamuanga indagano le conseguenze nascoste dei rifiuti tossici che stanno avvelenando l’ambiente, un ambiente da cui le comunità locali congolesi dipendono per la sopravvivenza e le necessità fondamentali della vita.

Questa ultima serie rappresenta una magistrale fusione di narrazione e simbolismo, dove ogni tela contribuisce a sviluppare una narrazione condivisa che svela un dilemma profondamente moderno. Diversamente dalle serie precedenti di Kamuanga, che esploravano questioni storiche legate alla schiavitù e alle durature eredità dell’espansione coloniale, queste pitture raffigurano una scena di asilo nido moderna, colma di giocattoli di plastica, seggioloni e tutto il necessario per accogliere un neonato. Tuttavia, ogni personaggio sembra fissare senza vita gli oggetti colorati ma privi di anima che rappresentano il bambino mancante, l’unica figura vitale la cui presenza potrebbe dare significato alle varie messe in scena. Il titolo della mostra, “Nature Morte” (Fr. letteralmente ‘natura morta’) è generalmente tradotto in inglese come ‘still life’, e descrive ritratti di oggetti inanimati disposti per l’esposizione. Dato il forte focus della madre e degli altri membri della famiglia attorno al seggiolone del bambino e al mucchio di giocattoli intatti, il termine assume implicazioni più inquietanti, suggerendo che l’infante assente sia nato morto o sia deceduto di recente.

Il dramma quasi surreale che si svolge davanti ai nostri occhi porta la traumatica storia di sfruttamento della RDC da parte delle potenze straniere fino al momento presente. L’attenzione dell’artista si è spostata oltre le terrificanti storie del controllo coloniale belga alla situazione contemporanea, dove le potenze neo-coloniali hanno nuovamente affermato il loro dominio sulle vite delle persone congolesi ordinarie. Per soddisfare le insaziabili richieste dell’industria dei computer e degli impianti di produzione di batterie “verdi”, le compagnie internazionali sono attualmente impegnate nell’estrazione rapida delle ricche risorse minerarie del Congo, in particolare cobalto, rame e coltan. Attualmente, oltre il 40% della capacità di estrazione dei metalli pesanti del paese è controllato da imprese cinesi, aggiungendo un tono ironico agli accessori di plastica economici e, senza dimenticare, il volto ‘carino’ del Panda che appare in dipinti come “Red Energy”.

Da molti anni, rapporti allarmanti di deforestazione, inquinamento del suolo a causa di fuoriuscite di acque reflue, contaminazione dell’acqua potabile e restrizioni ai movimenti delle popolazioni locali sono diventati sempre più comuni. Gli impatti dannosi dei processi minerari industriali sulla produzione alimentare, sulla salute umana e sulla biodiversità locale sono stati ben documentati, in particolare nel Katanga, nella parte centrale della RDC, da dove entrambi i genitori di Kamuanga tracciano le loro origini.

Con la pelle segnata da intricati motivi di circuiti digitali, le figure di Kamuanga agiscono come testimoni riluttanti della costante collisione tra i mondi opposti dell’ancestrale e del moderno, del locale e del globale. Le pitture dettagliatamente rappresentano il terribile costo in termini di vite umane che le nostre incessanti richieste di tecnologia moderna impongono sulle vittime invisibili intrappolate nelle conseguenze dell’estrazione mineraria su scala industriale, che prende poco in considerazione la distruzione ambientale e la degradazione umana. Gravate dal peso schiacciante della storia, le figure iconiche di Kamuanga portano le cicatrici di una nazione che lotta per navigare le acque insidiose dello sfruttamento neo-coloniale, insieme all’erosione di un patrimonio culturale incapace di proteggere l’ambiente naturale che, in passato, aveva nutrito e sostenuto.

Date della mostra: 14 novembre 2024 – 25 gennaio 2025.

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