Una donna britannica che lavorava in un bar di Tokyo, in Giappone. Un predatore sessuale, una sexta o semplicemente una scappata di casa? “Missing: il caso Lucie Blackman” è il nuovo true crime di Netflix che ci mostra un Giappone diverso, lontano dall’immagine educata e sicura del Paese alla fine degli anni ’90.
Un documentario su un caso diventato mediatico e che è servito a svelare una realtà che, finora, era rimasta inedita.
“Missing: il caso Lucie Blackman” è un documentario diretto da Hyōe Yamamoto.
Informazioni sul documentario
Scomparsa il 1° luglio, la britannica Lucie Blackman si era volatilizzata in una città che ospitava 27 milioni di persone. Suo padre è arrivato a Tokyo e ha trasformato un caso apparentemente isolato in un evento mediatico, facendo sì che la polizia metropolitana della città assegnasse 100 agenti alle indagini sul caso.
Un caso che ha svelato una vita fatta di feste notturne, luci rosse e luoghi molto bui nel bel mezzo di una città tradizionale ma allo stesso tempo moderna, dove donne da tutto il mondo vengono a lavorare come hostess in locali molto diversi da quelli occidentali, apparentemente senza nulla di assordante.
La realtà del caso, però, ha portato l’indagine a un punto più sconcertante.
Potrete scoprirlo su Netflix a partire da mercoledì 26 luglio.
La nostra opinione
Eseguito alla perfezione. Un altro true crime che possiamo solo criticare per la scelta e chiederci perché il pubblico guarda questi programmi che, pur ripetendo la stessa formula, continuano ad essere attraenti. “Missing: il caso Lucie Blackman” è un altro esempio di come si possa fare un buon documentario seguendo una formula consolidata su un caso sconcertante, ma facendolo bene, svelando i dettagli dell’indagine e creando una narrazione coinvolgente per il pubblico.
Seguire la formula, sì, ma con qualità.
Data di uscita
26 luglio 2023