Ryan Murphy ha costruito in oltre vent’anni una delle impronte autoriali più riconoscibili della TV americana. Le sue serie spaziano dalla musical-comedy al melodramma medico, dai thriller di fascia alta alle antologie true crime, e hanno rimodellato il modo in cui broadcaster e piattaforme pensano alle franchise. Dopo un accordo record con Netflix (2018), nel 2023 è rientrato nella sua “casa” originaria, 20th Television (Disney), dove aveva già firmato successi come Glee, American Horror Story e American Crime Story. Il risultato è un portafoglio che vive in parallelo su ABC, FX e Netflix: una rarità che misura la tenuta di un creatore capace di combinare novità e continuità.
Esordi e primi exploit
A fine anni Novanta Murphy esordisce con Popular (1999–2001), dramedy adolescente del WB che anticipa il suo gusto per personaggi affilati e cambi di tono. Il vero scatto arriva con Nip/Tuck (FX, 2003–2010), dramma chirurgico provocatorio che fissa molti tratti della sua grammatica visiva: intrecci barocchi, ambiguità morali, grandi set piece.
La consacrazione globale arriva nel 2009 con Glee (Fox), co-creata con Brad Falchuk e Ian Brennan. La musical-comedy su un coro scolastico diventa un fenomeno di massa: album in classifica, tour, merchandising – e per Murphy un Emmy alla regia per il pilot. Glee dimostra che un musical settimanale può unire ascolti mainstream e conversazione culturale.
Il modello antologico: American Horror Story e American Crime Story
L’innovazione più influente di Murphy è la moderna antologia “star-driven”, che si reinventa a ogni stagione. Con Falchuk lancia American Horror Story (FX, dal 2011): ogni ciclo è un racconto horror autoconclusivo – dalla casa infestata ad Asylum, da Coven a Hotel – con un ensemble ricorrente in ruoli sempre nuovi. Il formato diventa trend e mantiene la serie al centro della pop culture.
Nell’ambito del reale, lo stesso motore genera American Crime Story (FX, 2016–2021). The People v. O. J. Simpson definisce la marca; The Assassination of Gianni Versace ne consolida il prestigio con una pioggia di premi, incluso l’Emmy come “Outstanding Limited Series”. In mezzo, Murphy sperimenta la satira slasher Scream Queens (2015–2016) e apre Feud (dal 2017), antologia sulle rivalità celebri – riaccesa nel 2024 con Feud: Capote vs. The Swans.
L’era Netflix: una scommessa da nove cifre e due megahit globali
Nel 2018 Murphy firma un patto pluriennale con Netflix. I primi titoli – The Politician (2019–2020), Hollywood (2020), Ratched (2020) – alimentano il catalogo del colosso, pur senza replicare l’onda d’urto dei suoi hit FX. Nel 2022 arriva il doppio colpo: Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer diventa uno dei titoli più visti della piattaforma, mentre The Watcher (2022) conquista rapidamente le Top 10 globali.
Netflix trasforma così Monster in un’antologia durevole. Nel 2024 debutta Mostri: la storia di Lyle e Erik Menendez, che conferma la capacità di Murphy di combinare ricostruzione minuziosa ed efficacia drammatica. In parallelo, The Watcher resta un tassello di punta del filone thriller del servizio.
Il ritorno in Disney e una strategia su due fronti
Esaurito l’accordo con Netflix, nel 2023 Murphy torna sotto l’egida Disney/20th Television – con accesso a ABC, FX e al circuito streaming Hulu/Disney+ – mentre i suoi brand Netflix proseguono secondo le rispettive finestre. La strategia diventa bicéfala: da un lato la pipeline Disney per lineare e streaming “di casa”; dall’altro le antologie true crime globali su Netflix. Un assetto perfettamente allineato alla TV ibrida di oggi, dove coesistono piattaforme e broadcaster.
ABC: 9-1-1 rifocalizzata e un esperimento medico in alto mare
Sul versante broadcast, 9-1-1 – creata con Falchuk e Tim Minear – trasloca nel 2024 da Fox ad ABC e torna subito perno del giovedì, con la stagione 9 attesa nell’autunno 2025. Il passaggio nell’ecosistema Disney garantisce visibilità potenziata e sfruttamento immediato su Hulu/Disney+.
Murphy testa anche un high concept medico con Doctor Odyssey (ABC, 2024–2025), un dramma ospedaliero ambientato su una nave da crociera di lusso. Nonostante scenario e cast (Joshua Jackson, Don Johnson), la serie si ferma dopo una stagione: un segnale di quanto l’attuale mercato broadcast sia poco tollerante agli esperimenti. 9-1-1: Lone Star chiude invece a inizio 2025 dopo cinque stagioni, mentre ABC prepara l’espansione dell’universo con 9-1-1: Nashville per il 2025–26.
FX: prestigio e brividi
Con FX la relazione resta creativamente fertile. American Horror Story prosegue le sue metamorfosi; Feud: Capote vs. The Swans (2024) riattiva l’antologia con un cast di prim’ordine; Grotesquerie (2024) imposta un thriller dell’orrore contemporaneo guidato da Niecy Nash-Betts, in onda su FX e in streaming il giorno dopo. Il pilastro FX continua a essere il laboratorio dove Murphy può giocare con forma e tono, generando al contempo valore istantaneo per lo streaming.
Premi e riconoscimenti
Nel corso della carriera Murphy ha collezionato sei Primetime Emmy tra regia e produzione – dal pilot di Glee a The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story. Nel 2019 conquista anche un Tony Award come produttore del revival di Broadway The Boys in the Band (poi film Netflix nel 2020). Nel 2023 riceve ai Golden Globe il Carol Burnett Award a coronamento di una filmografia televisiva che continua a dettare l’agenda. Oltre ai trofei, Murphy è considerato un “motore di conversazione”: le sue serie catalizzano dibattiti, audience e opportunità di espansione.
Un costruttore di franchise con un nucleo creativo snello
La longevità di Murphy passa anche dal metodo. Un nucleo di collaboratori stabili – Brad Falchuk, Ian Brennan, Tim Minear, la produttrice Alexis Martin Woodall – consente lavorazioni in parallelo: una stagione in writing room mentre un’altra è sul set e un pilot si avvia per il network. L’antologia, in particolare, è un magnete per i talenti: l’impegno limitato a una stagione agevola il casting di star senza vincoli pluriennali.
Un posizionamento cucito sulla nuova economia TV
Il patto con Netflix del 2018 incarnava la fase di spesa espansiva degli streamer. Il ritorno in Disney (2023) fotografa la stagione della razionalizzazione: meno “blank check”, più sfruttamento di IP consolidate e pianificazione multipiattaforma. Il portafoglio Murphy – metà gestione marchi, metà nuove scommesse – calza questo scenario: ABC capitalizza sulla resilienza di 9-1-1; FX cura i titoli di prestigio; Netflix scala Monster come antologia true crime comprensibile ovunque.
Hot spot recenti… e il dopo
Broadcast. 9-1-1 resta motore di ABC e riparte nell’autunno 2025 con la stagione 9. Spin-off. 9-1-1: Nashville amplia l’universo in un contesto nuovo e fortemente caratterizzato.
Streaming. Su Netflix Monster si è affermata come etichetta rinnovabile: dopo Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer, Mostri: la storia di Lyle e Erik Menendez ha proseguito la corsa; The Watcher resta un cardine del comparto thriller.
Cavo/FX. Feud: Capote vs. The Swans ha rilanciato l’antologia di prestigio; Grotesquerie parla al pubblico che cerca brividi contemporanei con firma visiva forte.
Il “playbook” Murphy
- Pitch immediati. Il procedural d’emergenza (9-1-1), la corsia d’ospedale in mezzo all’oceano (Doctor Odyssey), il true crime-evento (Monster).
- Antologia come magnete di talenti. Cast rinnovati stagione per stagione facilitano l’arrivo di star senza contratti lunghi.
- Firma visiva. Colori saturi, scenografie riconoscibili, needle drop propulsivi, momenti “da trailer”: uno stile che viaggia bene a livello internazionale.
- Organizzazione industriale. Show bible chiare, team paralleli, controllo editoriale stretto: così si producono quantità e costanza.
Una carriera che si misura anche all’impatto, non solo agli ascolti
Dove molti showrunner si definiscono con un unico hit, la parabola di Murphy procede per ere, ciascuna con un caposaldo: Glee ha ridefinito il musical settimanale mainstream; American Horror Story ha riportato l’antologia al centro del gioco; American Crime Story ha codificato il prestige drama di ricostruzione giudiziaria; Monster e The Watcher hanno mostrato la forza globale di true crime e thriller.
Questi marchi hanno influenzato anche le strategie di commissioning: più antologie (rischio di rinnovo ridotto, casting flessibile), ritorno dei procedural-evento sul lineare, creazione di label facilmente esportabili nello streaming. Il “Murphyverse” si è sovrapposto, in buona parte, all’evoluzione stessa del settore.
I numeri dietro il racconto
L’elenco delle serie racconta l’ampiezza: Nip/Tuck; Glee; American Horror Story (e lo spin-off American Horror Stories); American Crime Story; Scream Queens; 9-1-1 e 9-1-1: Lone Star; Feud/Feud: Capote vs. The Swans; The Politician; Hollywood; Ratched; Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer; Mostri: la storia di Lyle e Erik Menendez; The Watcher; Grotesquerie; l’esperimento Doctor Odyssey. Sul fronte cinema: Correndo con le forbici in mano (2006; Running with Scissors) e Mangia prega ama (2010; Eat Pray Love). Come produttore, anche The Boys in the Band (film Netflix, 2020). Al palmarès: sei Emmy, un Tony (2019) e il Carol Burnett Award (2023) – credenziali che continuano a “vendere” i progetti futuri.
Prospettive
Nell’autunno 2025 Murphy programma su più corsie: 9-1-1 come vetrina ABC; 9-1-1: Nashville in rampa; Feud e Grotesquerie a rafforzare l’identità FX; Monster e The Watcher come metronomi Netflix. In un ecosistema ibrido dove lineare e streaming convivono, pochi produttori bilanciano così bene gestione di franchise e lancio di novità. Murphy continua a riscrivere le proprie regole – e la TV, per ora, gli va dietro.