Satu è una serie tailandese diretta da Wattanapong Wongwan con protagonisti Teeradon Supapunpinyo, Achiraya Nitibhon e Pachara Chirathivat.
Netflix ci offre oggi una serie che, almeno, ha una trama curiosa: tre giovani decidono di cambiare il loro business cripto per la religione, aprendo un tempio buddista per poter pagare i loro debiti ingombranti.
“Satu” è una serie che combina religione, dramma, amicizia e affari per portarci questa serie che, pur non attirando l’attenzione per il suo ritmo né essendo un thriller di quelli che ci lasciano senza fiato, intrattiene con il suo ritmo lento e la sua miscela di film d’impresa con un pizzico di commedia e dramma.
Sulla serie “Satu”
Non aspettatevi la visione hollywoodiana di una storia di furbi, perché non lo è affatto: è una serie drammatica, lenta e persino riflessiva su tre ragazzi che avviano un’impresa attorno alla religione buddista e che cercano, in qualche modo, di farla funzionare con sistemi più moderni.
Sì, nelle mani di Hollywood avrebbe potuto diventare una commedia, o forse un thriller molto ritmato e pieno di satira, ma “Satu” non vuole fare quel tipo di serie e, invece, ci offre una visione della religione che, pur non essendo tragica, è drammatica nella storia che ci racconta e, narrata con molta calma, è divertente, anche se gli spettatori dovranno prendere le cose con calma (ve l’aviamo già detto).
Dal punto di vista tecnico, è una buona serie, ma non attira l’attenzione o colpisce per le sue riprese o la forza delle sue immagini, diventando quasi un racconto intimista di questi personaggi.
Senza raccomandarla, risulta originale per il suo approccio lento, calmo e persino riflessivo.
Buon divertimento.