4chan era una copia di 2chan, un sito web giapponese che iniziò come un forum di discussione anonimo pieno di Otaku (おたく), adulti disinteressati al tradizionale e che, immersi nel mondo di internet, potevano essere qualcun altro.
4chan era un sito senza censura in cui, semplicemente, tutto era possibile e veniva pubblicato in modo anonimo. Fu su 4chan che qualcuno inventò il meme, una presa in giro grafica in cui qualcuno creava uno scherzo, lo modificava e diventava virale. Tutto questo, insistiamo, senza alcuna censura e prendendosi gioco, letteralmente, di tutto.
Fu l’inizio degli attuali social network.
Sul documentario
“The Antisocial Network: la macchina della disinformazione” ci racconta come, da questo sito web, si siano confermate identità anonime collettive (Anonymous) che si sono trasformate in agitatori del caos e provocatori di rivolte sociali che furono, per esempio, dietro a “Occupy Wall Street” e, anche, dietro a molte oscure barzellette che si sono concluse con morti, ricatti e tutti quei pericoli di cui oggi purtroppo leggiamo su internet e che fanno così tanto paura agli anziani.
Da questo scherzo, da questo meme anonimo è nato 8chans e il documentario ci parla del movimento QAnon e come, in qualche modo che quasi nessuno capisce, il movimento è arrivato fino al Capitolio e le famose rivolte a Washington.
“The Antisocial Network: la macchina della disinformazione” ci racconta come è successo questo dalle parole dei suoi creatori, con i loro veri volti e nominati con i loro nickname di allora, quelli che usavano quando hanno creato 4chan.
“The Antisocial Network: la macchina della disinformazione” è un ottimo documentario: ha molte immagini, molti dati e, inoltre, include i creatori del movimento, che sono simpatici e aperti e sono loro stessi a raccontarci gli eventi. Un documentario che si scrive da solo, ma che si scrive con efficienza e rigore, senza giudicare né prendere posizione nonostante la controversia della questione.
A causa della rigida attualità e dei fatti che racconta, è un documentario di visione quasi obbligatoria per chiunque voglia capire come va il mondo realmente al di là dei soliti giornali che prestano attenzione solo alle figure politiche.
Qui si racconta cosa sta realmente succedendo e come si è generato un movimento così influente e come, nell’ombra, le cose si muovono naturalmente al di là di ciò che ci dicono ufficialmente.
Che è molto poco.
Più che per il suo valore come documentario