Liam Neeson è il protagonista di In the Land of Saints and Sinners, un film diretto da Robert Lorenz.

Nel cinema classico, parliamo degli anni ’50 o ’60, l’attore era così significativo che il suo ruolo, quello che interpretava sempre e con il quale il pubblico si identificava, pesava tanto nella produzione da condizionare il film stesso. Quindi, era un film per James Stewart o Cary Grant, e le variazioni di quel ruolo di “galante” o “cattivo” erano minime.

Lo stesso accade con Liam Neeson, che ha interpretato questo ruolo in modo classico, condizionando quasi ogni film in cui recita o, non lo sappiamo, i film sembrano appositamente progettati per lui.

Qualcuno qualche decennio fa decise che questo tipo, Liam Neeson, aveva l’aspetto di una brava persona ed ispirava bontà, interpretasse il ruolo di Oskar Schindler o, in questo caso, di un assassino di buon cuore.

In the Land of Saints and Sinners
In the Land of Saints and Sinners

Trama

Finbar Murphy è un assassino che vive in un villaggio irlandese negli anni ’70, durante gli attentati dell’IRA. Alcuni membri di questa organizzazione, che si rifugiano nel villaggio, si imbattano in Finbar.

Sulla pellicola

Un vero thriller con molto di John Ford (che era irlandese) e molto di Neeson (che è anche irlandese). Ambientazione irlandese in una storia così irlandese come la birra Guinness in un thriller che profuma di western da tutti i lati e in cui vediamo scene familiari ovunque e in cui, addirittura, abbiamo qualcosa di Clint Eastwood.

In the Land of Saints and Sinners
In the Land of Saints and Sinners

“In the Land of Saints and Sinners” è una storia semplice ma ben raccontata, che non entra in questioni politiche e sa concentrarsi sulla storia, sul thriller e sulle personalità. Classica fino all’ultimo (John Ford sembra venerato ovunque, sia nella storia che nel trattamento), “In the Land of Saints and Sinners” è un thriller molto divertente che, tuttavia, è così classico e così visto che, purtroppo, non riesce a lasciare il segno nonostante la sua impeccabile fattura (e che abbiamo già visto Liam Neeson in ruoli simili in altre venti pellicole).

Una produzione semplice, con pochi set e scene tranquille. Il montaggio è in linea con la storia e con l’ambientazione: non ci sono sequenze di ritmo sfrenato e tutto, come nel cinema classico, è preparato per il confronto finale.

È una storia intelligentemente scritta ma senza l’ambizione di voler dire grandi cose e senza voler scoprire il cinema. Non ci sono grandi discorsi, e le scene più drammatiche sono già viste, per il loro approccio alla musica melodica così caratteristico.

“In the Land of Saints and Sinners (2023) Critica del film: Un thriller irlandese con Liam Neeson” non si distingue per l’originalità delle sue idee né per essere quel thriller che non abbiamo visto prima, ma è un buon intrattenimento e uno di quei film che, sembra, continuano ad apprezzare i fan dell’attore.

La nostra opinione

Divertente, senza originalità e con moltissimi riferimenti al cinema classico. Una storia che nasce per essere una storia delle solite e si perde nel peso di quelle storie mille volte raccontate.

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Molly Se-kyung è scrittrice e critica cinematografica e televisiva. È anche responsabile delle sezioni di stile.
Contatto: molly (@) martincid (.) com

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