Dal Futurismo all’Arte Virtuale | La Vaccheria celebra un anno dall’apertura con la mostra | Roma

DAL FUTURISMO ALL’ARTE VIRTUALE
GIACOMO BALLA | Lampada / Fiore Futurista, 1916/1930 – Scultura in legno colorato | COLLEZIONE ROSINI
22/09/2023 - 12:19 EDT

A un anno di distanza dalla sua inaugurazione, avvenuta ospitando la mostra Flesh: Warhol & The Cow. Le opere di Andy Warhol alla Vaccheria, lo spazio espositivo di Roma Capitale La Vaccheria, gestito dal Municipio IX Roma Eur, intende celebrare questa importante ricorrenza presentando al pubblico il nuovo significativo progetto espositivo Dal Futurismo all’Arte Virtuale, a cura di Giuliano Gasparotti e Francesco Mazzei. Le opere esposte provengono da due Collezioni private e sono state raccolte dalla Collezione Rosini Gutman a cura di Gianfranco Rosini ed Elisabetta Cuchetti.

DAL FUTURISMO ALL’ARTE VIRTUALE
GIORGIO DE CHIRICO | Piazza d’Italia, 1963/1964 – Olio su tela – 60×80 cm | COLLEZIONE PRIVATA – RAVENNA

A partire dal 9 settembre e fino al 14 gennaio 2024, i visitatori avranno la possibilità di ammirare da vicino alcuni dei più grandi artisti del ‘900, lungo un percorso che dalle avanguardie più riconosciute arriva direttamente ai giorni nostri. Da Balla a Calder, da Modigliani a Duchamp, da Burri aRauschenberg, passando per Dalì, Manzoni, Fontana, Boetti, Klein, Liechtenstein, Vasarely, Beuys, Warhol, Niki de Sainte Phalle, de Chirico e molti altri, la mostra si propone di ripercorrere le principali tappe dell’innovazione artistica del secolo scorso attraverso l’originalità di alcuni dei suoi artisti principali. Tutti diversi tra loro ma accomunati dalla medesima capacità di anticipare il futuro e da una connaturata propensione al cambiamento. A dare nuova linfa alla carica rivoluzionaria che ebbero quelle opere in passato contribuisce, in questa occasione, la riflessione sul presente indotta dai due curatori che attraverso l’ambientazione onirica pensata per la mostra, con installazioni contemporanee di arte immersiva e digitale, si propongono di indagare la carica innovativa dei nuovi strumenti che stanno rivoluzionando il mondo dell’arte e la vita in generale, incidendo in profondità sulla percezione del reale.

DAL FUTURISMO ALL’ARTE VIRTUALE
LUCIO FONTANA | Concetto spaziale Natura, 1967 – Scultura – 26,5×22 cm | COLLEZIONE PRIVATA – RAVENNA

Il percorso espositivo è concentrato in quattro “capsule” differenziate ovvero quattro “set” a tema nei quali l’esperienza artistica è pensata per dare protagonismo al visitatore. Questa operazione è resa possibile grazie all’utilizzo di tecniche e tecnologie immersive inserite in ognuno di questi set per contaminare volutamente le opere e rompere i canoni espositivi in favore di un maggiore impatto emozionale. Ciò che ne scaturisce è un’esperienza in cui le incursioni delle produzioni digitali contemporanee, insieme al sound design e alle ambientazioni inedite, dialogano con la mostra d’arte convenzionale per dimostrare come le tematiche dell’oggi affondino le proprie radici nel Novecento, in particolare nel rapporto tra arte e scienza, e come le nuove frontiere dell’arte digitale – dagli NFT all’utilizzo della intelligenza artificiale nei processi creativi – pongano interrogativi e spunti di riflessione continui.

DAL FUTURISMO ALL’ARTE VIRTUALE
VICTOR VASARELY | Vega Alom, 1965 – Olio su tela – 63×63 cm | COLLEZIONE PRIVATA – RAVENNA

Si comincia dalla capsula Infinitydedicata al Futurismo, costituita da un grande cubo specchiato – la Mirror Box – in cui è custodito il Fiore futurista di Giacomo Balla circondatoda una video opera immersiva che racconta le linee, i suoni, i volumi, i colori e le tematiche care al movimento artistico cui aderì l’artista torinese. Oltre alle opere di quest’ultimo, gli specchi rifletteranno anche le opere di Alexander Calder così come opere di artisti che non hanno mai aderito al Futurismo o lo hanno apertamente avversato: tra queste il Ritratto di Jeanne Hébuterne di Amedeo Modigliani o le opere di Carlo Levi.

DAL FUTURISMO ALL’ARTE VIRTUALE
ALBERTO BURRI | Senza titolo, 1977 – Tempera su carta – 12×17 cm | COLLEZIONE ROSINI

A seguire, la capsula Avantgard, anch’essa riflessa sulle pareti specchiate della Mirror Box, raccoglie le mille sfumature del variegato mondo delle correnti artistiche novecentesche in un’unica esperienza estetica che mette a confronto opere dirompenti come uno dei tanti Senza titolo di Alberto Burri; Attirare l’attenzione di Alighiero Boetti; Vega Alom di Victor Vasarely; Il Pifferaio magico di Salvator Dalì; la Merde d’artist e le Impronte di Piero Manzoni; il Cadeau di Man Ray; il Coffee mill da “du cubism” di Marcel Duchamp; Reatroactive e Sky Rite di Robert Rauschenberg; il Concetto spaziale natura di Lucio Fontana.

DAL FUTURISMO ALL’ARTE VIRTUALE
MAN RAY | Compass, 1920-1976 – Multiplo in legno – 32×54 cm | GIANFRANCO ROSINI

A costituire il cuore della capsula successiva denominata Pop è, invece, un surreale “giardino segreto” con tanto di piante, alberelli e luci al neon colorate. Il suo interno è popolato dalle Nanà danzanti di Niki de Saint Phalle che, come veri e propri esseri viventi, popolano questo angolo di verde dai colori sgargianti. A circondare il giardino, tra le altre, le opere Cow going in abstract e Sunrise di Roy Liechtenstein; Kiku e Liza Minnelli blue ground di Andy Warhol; Bus stop ed Intervista alla radio sulla fine del capitalismo di Joseph Beuys.

DAL FUTURISMO ALL’ARTE VIRTUALE
ANDY WARHOL | Liza Minnelli blue ground, 1978 – Colori acrilici stesi con telai di seta su Lennox Museum board – 96,5×96,5 cm | GIANFRANCO ROSINI

Infine, in chiusura, ecco la capsula Metafisica in cui la riproduzione di un enigmatico studio di Giorgio de Chirico fa da scenario alle sue due opere Piazza d’Italia e l’Arcobaleno. Attorno, un’ambientazione dal forte connotato onirico e distopico, ricreata attraverso un inedito sound design ispirato alla Voce di Arianna di Monteverdi ed una videoproiezione che enfatizza le linee dai molteplici ed irreali punti di fuga degli edifici cari a De Chirico, oltre a una testa di Arianna con relativo filo luminescente ed una scultura riproducente un’astratta esplosione. Elementi aggiuntivi di un quadro artistico tutto volto a sottolineare come il concetto ultimo di Metafisica vada verso la ricerca dell’essenza delle cose oltre la realtà visibile o percepibile dai sensi dell’uomo.

DAL FUTURISMO ALL’ARTE VIRTUALE
GIORGIO DE CHIRICO | L’arcobaleno, 1969 – Litografia a 6 colori, tavola 6 ritoccata Prova d’Artista – 71×51 cm | GALLERIA ROSINI

Visibili sia tramite monitor che esposte fisicamente saranno, inoltre, le Dame orientali e la Giovannina di Mario Taddei mentre a completare l’esposizione saranno, tra gli altri, i Genomi di Giovanni Gurioli, Colored Skulls di Mario Consiglio e due opere luminose di Marco Lodola.

L’esposizione, ad ingresso gratuito, è realizzata dal Municipio IX con il supporto di Roma Capitale e con la collaborazione di Zètema Progetto Cultura. Coordinamento organizzativo a cura di Gianfranco Rosini per IconArs S.R.L. La produzione delle ambientazioni artistiche è a cura di Kifitalia.

Il Catalogo è edito da RG – Rosini Gianfranco Gallerie d’Arte con testi storici e critici a cura di Titti Di Salvo, Giuliano Gasparotti, Francesco Mazzei, Gianfranco Rosini ed Elisabetta Cuchetti.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito www.comune.roma.it/web/it/municipio-ix.page


dalla Metafisica al MetaVerso”

di

Gianfranco Rosini

I Futuristi, con una nuova creatività e con dirompenti deliri concettuali hanno portato l’arte fuori dai musei. La Pop Art ha strappato l’arte dai muri e l’ha portata nelle strade, innalzando i “pittori d’insegne” a veri e propri “guru” della comunicazione e dell’arte grafica, riportandoli poi, in tutti i musei del mondo. La Street Art & l’Urban Art riconsegnano nuovamente l’arte alle strade ed alle piazze delle città premiando i grandi movimenti sociali, come il Futurismo e le correnti filosofiche che hanno generato questa possibilità.”

Con queste frasi “futuriste” iniziava il testo dal titolo “Dal Manifesto Futurista di Parigi alle Performance Urban Art – Come l’Arte sta salvando l’economia… mettendo in salvo anche il mondo …”, scritto perpresentare la mostra “dal Futurismo alla Urban Art”, che faceva parte di un ciclo iniziato nel 1999con la mostra “dal Futurismo alla Pop Art”.

Questa serie di collezioni d’arte che si trasformano in mostre ed eventi, sono state create da me e il mio staff alla fine dello scorso millennio e si evolveranno quando gli artisti riusciranno a creare delle idee più “forti”, più coinvolgenti e più longeve di quelle nate con il Futurismo e con le correnti artistiche sviluppate da esso.

Queste idee forti nate dal Futurismo hanno come “sorgente” molti artisti. Ad esempio: Marcel Duchamp, Enrico Bay, i fratelli Xavier ed Antonio Bueno, Ugo Nespolo, i quali, a mio parere, hanno praticato la “Patafisica”, una sorta di filosofia per giocare con l’Arte (la quale, guarda caso, nel giorno 8 Settembre, data di inaugurazione di questa Mostra, fissa il suo Capodanno!). Anche Tinguely, Niky de Saint Phalle, Bruno Munari e Marco Lodola con le sue “sculture luminose”, senza aderirvi pubblicamente, sono stati maestri nel realizzarla. Anche oggi, Mario Consiglio con la sua “Arte Morbida”, Ilaria Rezzi con i “Puffi caravaggeschi” e Giovanni Gurioli con le “Sculture da Viaggio” ed i “Genomi” che possono occupare uno spazio pressoché infinito; possono continuare ad affascinare e far giocare grandi e piccini con l’Arte creando Arte. Come scrisse Platone: “Gli artisti creano sogni per uomini svegli”.

Dopo Duchamp, Andy Warhol fu uno dei primi che, oltre a comprendere appieno gli insegnamenti dei grandi artisti e filosofi, è riuscito a metterli in pratica in maniera “artistica”, comprensibile a tutti e, soprattutto, a dimostrare, in maniera inconfutabile, anche per gli scettici, che: avere un’idea e realizzarla fisicamente, o anche solo scriverla, è una forma d’Arte.

Tutti gli artisti sino ad oggi hanno “preso” tantissimo dal Futurismo prima e dalla Pop Art dopo. Solo le “nuove avanguardie” che stanno sondando le tecnologie immersive permettono e permetteranno l’unione fra: Arti Plastiche, Arte Virtuale, Musica, Teatro, Cinema, Performance ed anche il Benessere Fisico e l’Arte Culinaria. Potranno dare un nuovo impulso e guidare una nuova RiEvoluzione come quella innescata dal Futurismo e dalla Pop Art sino ad oggi.

Assieme agli artisti con i quali ho lavorato in questi ultimi cinquant’anni circa, ho sempre avuto una curiosità ed una sensibilità recettiva verso qualsiasi nuova sorgente di idee nuove; quindi mi sono dedicato sin dall’inizio alla Blockchain, agli NFT ed ai Metaversi, assieme a tutto quanto può rendere “virtuale” il fisico.

Satoshi Nakamoto, chiunque esso sia (dato che nessuno ne rivendica l’identità anagrafica ed alcuni, me compreso, affermano che possa essere un gruppo di persone), ha creato la “sorgente” delle Blockchain Solution nel 2008. Da quella “sorgente” sono poi nati i famosi e famigerati BitCoin dando vita agli Ethereum e a tutte le altre Crypto Valute che stanno nascendo nel nuovo Millennio.

Cosa c’entrano la Blokchain e le Crypto Valute con l’Arte? Tutto, poiché, come ho affermato sopra, prendendo d’esempio Andy Warhol, avere un “Idea” e realizzarla “fisicamente” o “Virtualmente” e scriverla … è Arte!

La Blockchain, essendo un “Registro Indipendente” che può regolamentare l’economia mondiale in “chiaro”, è un tentativo di liberare l’umanità dalle catene create da chi detiene il “Potere”.

I “Metaversi(che a me piace chiamare “Multiversi” poiché sono convinto che viviamo in “Multiversi” e non in un unico “Universo”) non sono altro che delle possibilità di realizzare in virtuale quello che poi potrebbedivenire reale e fisico.

Con i “Multiversi” si possono progettare infinite possibilità di vivere mondi nuovi o, comunque, differenti da quello in cui viviamo ora, senza rischiare di commettere errori che possano danneggiare le vite reali che stiamo vivendo attualmente, dandoci anche la possibilità di “giocare” ad essere… simili a Dio!

Infatti, con un “Metaverso – Multiverso”, è possibile creare o ricreare qualsiasi ambiente fisico e dotarlo di regole e caratteristiche a “propria immagine e somiglianza”.

Il Professor Mario Taddei, oltre ad aver insegnato al Politecnico di Milano ed aver portato la sua conoscenza nelle migliori università del mondo, ha studiato e ricostruito i taccuini di Leonardo da Vinci, mettendo in ordine concettuale e cronologico il Codice Atlantico e altri appunti del grande genio.

Potendo studiare tutti gli appunti esistenti di Leonardo con la chiave cronologica e concettuale esatta, Mario Taddei ha potuto mettere assieme gran parte della conoscenza del Grande Maestro per ricreare i suoi progetti tramite “Metaversi” nei quali è possibile “entrare” per visitare le creazioni che Leonardo architettava, come se fossero esistenti e reali, e spingersi anche oltre visitando la sua “Città Ideale” che, purtroppo, non è riuscito a realizzare durante la sua incredibile e fantasmagorica vita da genio.

Inoltre, sfruttando le sue doti di artista, pittore disegnatore e scultore, Mario Taddei ha ricreato il “mododi dipingere di Leonardo creando delle figure di “Dame Orientali” o trasformando le generalità da uomo a donna e viceversa, facendo così rivivere il genio creativo ed artistico di Leonardo sino ai giorni nostri.

Taddei è quindi in grado di ritrarre chiunque con le modalità e il risultato che avrebbe potuto ottenere Leonardo da Vinci e, anche se sembra una affermazione esagerata o incredibile, per constatarlo di persona, non potere far altro che visitare la mostra dove vi sono esposte tre sue opere ed un monitor con cui entrare nel mondo incantato di Leonardo da lui ricreato.

L’uomo, quindi l’umanità, saranno davvero liberi solo quando sapranno creare il proprio destino, sia “virtuale” che “materiale” e quindi, finalmente, si riuscirà ad unire corpo, mente e anima.

Ripeto sovente: “Sono un uomo molto fortunato, poiché vengo da una famiglia che ha vissuto d’Arte e per l’Arte”. Infatti, tutte le mie mostre nascono dalle collezioni d’arte che sono riuscito a mettere assieme con l’aiuto della mia famiglia e di collezionisti e amici che assecondano le mie richieste di prestito e, addirittura, a volte, si convincono nel seguirmi nelle mie raccolte. Queste divengono poi avventure avvincenti, ma di grande sforzo e coinvolgimento a tutti i livelli, sino ad entrare a far parte della vita e della propria “legenda personale” trasformando gli avventurieri in “trovatori” di “metafisica” consistenza.

Anche se posso vedere questo mondo da uno “sguardo privilegiato”, il rischio che inevitabilmente fa pressione sulla mia vita e su quelle di chi mi è vicino, è talmente alto che credo di poter meritare la soddisfazione del successo che raccolgo in cambio dalle collezioni che creo e gestisco.

Ogni momento che passo a vivere d’Arte, nell’Arte e per l’Arte; mi convince sempre più che, come ho scritto in tutti gli altri testi inerenti questa serie di Collezioni: la Bellezza, l’Arte e la Cultura, salveranno il mondo!

Gianfranco Rosini