Il thriller suburbano è un genere familiare: quartieri tranquilli che nascondono oscuri segreti. Ma la premessa di The Beast In Me non si accontenta di seguire il manuale. Invece di un semplice intrigo di quartiere, la serie prepara una collisione di alto calibro tra due formidabili avversari, uno scontro tanto psicologico quanto letterale.
La storia prende il via quando l’acclamata autrice Aggie Wiggs (Claire Danes) scopre che la casa accanto ha un nuovo proprietario. L’acquirente non è altri che Nile Jarvis (Matthew Rhys), un “famoso e formidabile magnate immobiliare”. La tensione è istantanea e palpabile, poiché Jarvis non è solo un nuovo vicino; è un uomo che “un tempo è stato il principale sospettato della scomparsa di sua moglie”.
La reazione di Aggie a questa vicinanza è il vero motore della serie. Non è solo paura, ma una miscela combustibile di “orrore e fascino”. Questa dualità trasforma la curiosità in ossessione, dando inizio a un intenso “gioco del gatto e del topo” che minaccia di diventare mortale.
Tuttavia, la sinossi ufficiale della serie rivela uno strato molto più profondo. La trama segue Aggie mentre “dà la caccia ai demoni di lui mentre fugge dai propri”. Ciò stabilisce che il mistero esterno (Cosa ha fatto Nile?) è un veicolo diretto per il conflitto interiore di Aggie. La narrazione sembra costruita per esplorare temi di “lutto” e “senso di colpa”. L’ossessione di Aggie per il potenziale crimine del suo vicino non è solo giornalismo investigativo; è una proiezione. Il gioco del gatto e del topo, quindi, non è solo tra Aggie e Nile, ma anche tra Aggie e sé stessa.
L’autrice predatrice: Incontro con Aggie Wiggs
Per capire la serie, bisogna prima capire Aggie Wiggs. Lungi dall’essere una semplice protagonista o una vicina impicciona, il personaggio interpretato da Claire Danes si presenta come una figura complessa, definita da un trauma paralizzante e da una nuova, pericolosa compulsione.
Lo stato attuale di Aggie è definito dalla “tragica morte del suo giovane figlio”. Questo evento ha devastato la sua vita, lasciandola come un “fantasma di ciò che era”. Si è “ritirata dalla vita pubblica” e, cosa ancora più critica per la sua identità, si ritrova “incapace di scrivere”.
I dettagli che circondano la sua situazione finanziaria e personale aggiungono un livello di disperazione: sta “vivendo da divorziata e sola in una grande casa che non può permettersi”. Il suo matrimonio, che era con la sua ex moglie Shelley (interpretata da Natalie Morales), è crollato dopo l’incidente del figlio. Il comportamento successivo di Aggie nei confronti del giovane che ritiene responsabile dell’incidente le è costato un ordine restrittivo. Aggie sta “cavalcando la fine del successo delle sue memorie bestseller, ma è a corto di soldi”, mentre soffre del blocco dello scrittore sul suo prossimo libro, una “lodevole analisi dell’amicizia… tra i giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti Ruth Bader Ginsburg e Antonin Scalia”.
L’arrivo di Nile Jarvis cambia tutto. In quest’uomo misterioso e potenzialmente pericoloso, Aggie trova un “soggetto improbabile per un nuovo libro”. Il suo blocco dello scrittore si spezza, ma viene sostituito da qualcosa di molto più oscuro: una “caccia compulsiva alla verità”.
È qui che il titolo, The Beast In Me, rivela la sua ambiguità. Sebbene Nile sia la bestia più ovvia, il materiale suggerisce che Aggie sia la vera protagonista del titolo. La stessa Claire Danes ha dichiarato che “le piaceva l’idea di una scrittrice che fosse veramente pericolosa e predatrice”. Non si tratta di una vittima spaventata. Aggie è descritta come una “vera combattente” con “non molto da perdere”. La sua indagine diventa un’ossessione, una trasformazione da autrice acclamata a investigatrice predatrice che si mette “in prima linea del pericolo”. La serie sembra analizzare la natura dell’ossessione per il true crime, chiedendosi se l’atto di osservare e narrare possa diventare, di per sé, una forma di predazione.
L’enigma della porta accanto: Nile Jarvis
Di fronte alla forza ossessiva di Aggie si erge l’enigma di Nile Jarvis, interpretato da Matthew Rhys. È un uomo definito tanto dal suo potere pubblico quanto dall’ombra oscura dei suoi segreti privati.
Pubblicamente, Nile è una forza da non sottovalutare: un “famoso e formidabile magnate immobiliare”. Il suo potere e la sua fama agiscono come una sorta di armatura. Ma quell’armatura ha una crepa visibile: il sospetto persistente che sia stato coinvolto nella scomparsa di sua moglie. Anche se ha evitato l’arresto, la domanda se “possa essere o meno un assassino” lo definisce. È padre di due figli, Preston e Wyatt.
Oltre al suo passato torbido, Nile rappresenta una minaccia immediata e tangibile per il quartiere. Arriva “con l’intenzione di cementare un bosco vicino”, affermandosi come un antagonista letterale prima ancora che inizino i giochi psicologici.
La dinamica tra Aggie e Nile è il nucleo della serie, ed è tutt’altro che semplice. I materiali promozionali parlano di una “chimica precaria” e li descrivono come “avversari alla pari”. Un’intervista arriva a definirli “anime gemelle, ma il sesso non è in gioco”, un’osservazione supportata dal background del personaggio di Aggie.
Questo suggerisce una relazione profondamente simbiotica. Aggie, la scrittrice in bolletta e bloccata, ha un disperato bisogno di Nile come suo “soggetto”. La trama rivela che lei “convince sé stessa e Nile che scrivere un libro sulla sua complicata storia farà bene a entrambi”. D’altra parte, Nile, un uomo isolato dal sospetto pubblico, potrebbe vedere in Aggie un’opportunità per controllare finalmente la propria narrativa. Non si tratta solo di un predatore e di una vittima; sono due forze complesse che si usano a vicenda.
Donne scomparse e vite parallele
Il cast di supporto di The Beast In Me non è un semplice sfondo; fornisce la struttura tematica essenziale della serie. La narrazione sembra costruita su due misteri paralleli, due tragedie che si rispecchiano a vicenda: la moglie scomparsa di Nile e il figlio morto di Aggie.
Il mistero di Nile ruota attorno a Nina Jarvis, interpretata da Brittany Snow. Nina è identificata come la moglie di Nile, la cui “scomparsa improvvisa” ha scatenato l’indagine di polizia che lo ha reso il principale sospettato. Un elemento centrale della trama è l’incertezza sul fatto che Nina sia deceduta e appaia solo in flashback, o se sia ancora viva. Questa non è solo l’ossessione privata di Aggie; l’indagine è reale e coinvolge un “agente dell’FBI” (David Lyons) e i genitori di Nina, James e Mariah (interpretati da Bill Irwin e Kate Burton).
Il mistero di Aggie ruota attorno alla perdita di suo figlio, Cooper, una tragedia condivisa con la sua ex moglie, Shelley, interpretata da Natalie Morales. Shelley è esplicitamente identificata come “l’ex moglie di Aggie”, e la sua presenza serve come un costante promemoria del dolore e del passato da cui Aggie cerca di fuggire.
Questa configurazione crea una struttura a doppia elica per la serie di otto episodi. Mentre Aggie indaga compulsivamente sulla domanda “Cosa è successo a Nina?”, la narrazione costringe simultaneamente il pubblico, e Aggie stessa, a indagare sulla domanda: “Cosa è successo a Cooper?”. Si afferma che l’ossessione di Aggie per Jarvis “si nutre dei suoi stessi sentimenti riguardo alla morte di suo figlio”. La serie utilizza i tropi familiari di un thriller sulla moglie scomparsa per mascherare un’esplorazione più profonda del “lutto, senso di colpa e perdita” di una madre. La domanda fondamentale diventa psicologica: Aggie sta “immaginando il comportamento criminale di Jarvis come un meccanismo di difesa”?
Una stirpe prestigiosa: una squadra di ‘All-Star’ del thriller
Oltre alla trama, il calibro del team di produzione di The Beast In Me la posiziona come un evento televisivo di prestigio. Il progetto, dello studio 20th Television, è progettato per fondere molteplici generi di alto livello.
Il titolo più ovvio è la reunion di Claire Danes (che funge anche da produttrice esecutiva) con lo Showrunner/Scrittore Howard Gordon. La loro collaborazione ha definito l’era di Homeland, e la partecipazione di Gordon, con un curriculum che include 24 e X-Files, fonda la serie nel DNA del thriller ad alta tensione. A lui si unisce il Creatore/Scrittore Gabe Rotter, anche lui proveniente da X-Files.
Tuttavia, la scelta del regista è altrettanto significativa. Antonio Campos, che dirige ed è produttore esecutivo, è noto per il suo lavoro sull’atmosferica e psicologicamente ambigua docuserie The Staircase – Una morte sospetta. La sua partecipazione suggerisce un approccio più vicino al dramma d’autore che al thriller procedurale.
L’elenco dei produttori esecutivi aggiunge strati di intrigo. Include pesi massimi del dramma come Jodie Foster, Daniel Pearle (American Crime Story) e Caroline Baron (Scissione). Forse l’inclusione più sorprendente è quella del team di Conaco: Conan O’Brien, Jeff Ross e David Kissinger. Il coinvolgimento di una casa di produzione venerata per la commedia intelligente suggerisce che la sceneggiatura debba possedere un’eccezionale acutezza, intelligenza e oscura complessità.
Questa combinazione di talenti si estende al cast di ospiti, che è pieno di attori caratteristi di primo livello, tra cui Jonathan Banks, Tim Guinee, Hettienne Park, Bill Irwin e Kate Burton. Il risultato è un evento attentamente orchestrato: la tensione di Homeland incontra il dramma dei personaggi di The Americans (cortesia di Rhys), il tutto girato con la sensibilità atmosferica di The Staircase – Una morte sospetta.
Informazioni sull’uscita
Il trailer della serie è stato rilasciato al pubblico. The Beast In Me è una serie limitata composta da otto episodi. Tutti gli episodi saranno disponibili in tutto il mondo su Netflix il 13 novembre.

