‘Pangolin’ su Netflix: L’Appassionante e Incredibile Viaggio di Kulu dalla Cattività alla Libertà

21/04/2025 - 04:36 EDT
Pangolin - Netflix
Pangolin Kulu’s Journey - Netflix

Netflix presenta “Pangolin”, un documentario che segue un piccolo pangolino di nome Kulu. Vi va di conoscere questa creatura unica e singolare la cui specie ha convissuto con i dinosauri?

Sembrano creature di un’altra epoca, piccoli mammiferi coperti dalla testa alla coda da scaglie affilate e sovrapposte fatte di cheratina, la stessa proteina che si trova nelle unghie umane. Spesso confusi con i rettili, i pangolini si arrotolano formando una palla corazzata quando si sentono minacciati, un meccanismo di difesa efficace contro i predatori naturali, ma tragicamente inutile contro i bracconieri umani. Questi mammiferi ancestrali, che hanno convissuto con i dinosauri, affrontano ora una crisi moderna. Detengono il triste primato di mammiferi più trafficati al mondo, cacciati senza pietà per le loro scaglie e la loro carne, il che ha portato tutte le otto specie sull’orlo dell’estinzione.

Alla regia del documentario Netflix, “Pangolin”, troviamo Pippa Ehrlich, la co-regista vincitrice di un Oscar per il fenomeno globale My Octopus Teacher. Prodotto da Anonymous Content e Dog Star Films e girato principalmente in Sudafrica e nel Regno Unito, il documentario segue Kulu, un pangolino cucciolo in via di estinzione, salvato dai bracconieri durante un’operazione sotto copertura in Sudafrica. Kulu intraprende un difficile viaggio di ritorno alla natura selvaggia, con l’aiuto di un devoto guardiano umano, Gareth Thomas. Thomas, in cerca di un’esistenza più significativa, trova un nuovo scopo nel dedicarsi alla riabilitazione di Kulu.

Questa è la storia di un animale che riesce a malapena ad aprire la bocca per nutrirsi e che accompagneremo da quando era solo un cucciolo lungo il lungo cammino verso la libertà.

La Storia di Kulu: Un Viaggio di Salvataggio, Riabilitazione e Reintroduzione in Natura

La narrazione del film inizia con la dura realtà del commercio di pangolini: una drammatica operazione sotto copertura in Sudafrica intercetta dei trafficanti e salva un pangolino cucciolo traumatizzato. Tra i volontari che partecipano al salvataggio c’è Gareth Thomas, che battezza la fragile creatura Kulu e assume l’impegnativo ruolo di suo custode. Lascia la vita urbana, abbraccia l’insolito titolo di custode volontario di pangolini e si dedica completamente al recupero di Kulu.

Il percorso verso la riabilitazione è irto di difficoltà. I pangolini salvati dal commercio illegale sono spesso profondamente traumatizzati e richiedono cure intensive e specializzate. Hanno esigenze alimentari uniche, nutrendosi esclusivamente di formiche e termiti specifiche, e non possono semplicemente mangiare da una ciotola, ma devono imparare a cercare il cibo. Ciò costringe Thomas ad accompagnare Kulu quotidianamente, guidandolo nel paesaggio mentre impara a trovare il cibo. Questo laborioso processo si svolge nella vasta area protetta della Lapalala Wilderness Reserve, nella provincia sudafricana di Limpopo. La riabilitazione di Kulu avviene in una struttura pionieristica situata lì: il Pangolarium dell’African Pangolin Working Group (APWG), il primo centro al mondo costruito appositamente per riabilitare i pangolini vittime del traffico illegale.

All’interno di questo santuario, si forma un forte legame tra uomo e pangolino. Thomas, che si descrive come un “padre elicottero”, deve navigare il delicato equilibrio tra la costruzione della fiducia e, allo stesso tempo, la preparazione di Kulu per una vita indipendente dal contatto umano. Il viaggio è segnato da battute d’arresto e momenti di pericolo. Kulu tenta di fuggire all’inizio, e Thomas racconta un incidente in cui si è lanciato tra Kulu e una recinzione elettrica, provocando involontariamente una scossa al pangolino.

L’obiettivo finale, il culmine di mesi di sforzi instancabili, è il rilascio di Kulu in natura, il ritorno a una vita in libertà in cui possa svolgere il suo ruolo ecologico. La lotta individuale di Kulu, meticolosamente documentata, serve come una potente illustrazione della narrativa più ampia della conservazione. Il suo viaggio da vittima del traffico illegale a pangolino selvatico riassume le immense sfide, la richiesta di risorse e il profondo impegno personale inerenti al salvataggio e alla riabilitazione della fauna selvatica, offrendo agli spettatori una comprensione tangibile di cosa significhi realmente salvare una specie.

Pangolin - Netflix
Pangolin – Netflix

La Paradosso del Pangolino: Corazzato ma Estremamente Vulnerabile

I pangolini sono meraviglie biologiche. Sono gli unici mammiferi completamente coperti di scaglie, il che conferisce loro una nicchia evolutiva unica. Otto specie distinte vagano per l’Africa e l’Asia, abitando diversi ambienti, dalle foreste pluviali alle praterie. Sono principalmente notturni e solitari, e si orientano nel loro mondo grazie a un acuto senso dell’olfatto, che compensa la loro vista debole. La loro dieta consiste quasi esclusivamente in formiche e termiti. Non avendo denti, impiegano lingue straordinariamente lunghe e appiccicose, che a volte superano la lunghezza del loro corpo, per leccare gli insetti da fessure profonde. Le loro potenti unghie consentono loro di aprire termitai e nidi di formiche. Oltre alla loro biologia unica, i pangolini svolgono un ruolo ecologico vitale, controllando le popolazioni di insetti (si stima che un singolo pangolino possa consumare 70 milioni di insetti all’anno) e areando il terreno con le loro attività di scavo. Il loro tasso di riproduzione è basso, avendo di solito un solo cucciolo all’anno (anche se le specie asiatiche possono averne fino a tre), il che rende le loro popolazioni lente a riprendersi dalle minacce. I cuccioli di pangolino, noti come pangopups, si spostano spesso aggrappandosi saldamente alla base della coda della madre.

Nonostante la loro armatura protettiva, i pangolini affrontano una minaccia esistenziale guidata principalmente dagli esseri umani. Il commercio illegale di specie selvatiche sta decimando la loro popolazione in tutto il mondo. La loro strategia difensiva di arrotolarsi a palla li rende tragicamente facili da catturare per i bracconieri. La domanda proviene da due fonti principali: le loro scaglie sono molto apprezzate nella medicina tradizionale cinese, dove vengono utilizzate per trattare disturbi che vanno dall’asma all’artrite, nonostante non abbiano alcun valore medicinale scientificamente dimostrato (sono composte di cheratina, come le unghie umane); e la loro carne è considerata una prelibatezza e un simbolo di status in paesi come Cina e Vietnam. Esiste anche domanda in America, specialmente negli Stati Uniti, dove la loro pelle viene utilizzata per fabbricare articoli in pelle. I prezzi sul mercato nero sono astronomici, raggiungendo i 300 dollari per chilogrammo di carne e i 3000 dollari per chilogrammo di scaglie.

La portata di questo commercio illecito è difficile da comprendere. Le stime suggeriscono che oltre un milione di pangolini siano stati trafficati nel decennio precedente al 2020, e che nel 2019 circa 195.000 siano stati trafficati solo per le loro scaglie. I sequestri, sebbene a volte massicci (come le 24 tonnellate di pangolini congelati sequestrati in Vietnam), si ritiene rappresentino solo il 10% del volume reale del commercio. Le analisi rivelano una rete di traffico globale molto sofisticata e adattabile, che ha utilizzato almeno 159 rotte commerciali internazionali distinte solo tra il 2010 e il 2015. Sebbene il bracconaggio e il traffico siano le principali minacce, i pangolini soffrono anche la perdita del loro habitat a causa dell’agricoltura e dello sviluppo, l’elettrocuzione accidentale dovuta alle recinzioni elettriche utilizzate in agricoltura e i potenziali effetti del cambiamento climatico sugli insetti di cui si nutrono.

Come riflesso di questa intensa pressione, tutte le otto specie di pangolini sono ora in pericolo di estinzione. Sono protetti dal diritto internazionale attraverso la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione (CITES), che ha incluso tutte le specie nell’Appendice I nel 2016, proibendo ogni commercio internazionale. Esistono anche leggi nazionali negli Stati dell’area di distribuzione. Tuttavia, lo stato di conservazione valutato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) presenta un quadro desolante.

Stato di Conservazione Globale delle Specie di Pangolini

Il netto contrasto tra le ampie misure di protezione legale e il catastrofico declino delle popolazioni di pangolini evidenzia una grave disconnessione. Nonostante la loro inclusione nell’Appendice I della CITES e la legislazione nazionale, il commercio illegale prospera, indicando significative lacune nell’applicazione della legge e la persistente domanda, specialmente per usi nella medicina tradizionale che mancano di validazione scientifica. Questa situazione sottolinea che i quadri giuridici da soli sono insufficienti senza un’applicazione rigorosa a livello globale, senza sforzi concertati per ridurre la domanda dei consumatori e senza affrontare la disinformazione che alimenta il commercio.

Dietro la Lente: La Creazione del Viaggio di Kulu

Pippa Ehrlich apporta la sua acclamata sensibilità nel catturare le connessioni tra umani e animali a “Pangolin”. Il suo obiettivo dichiarato è quello di promuovere l’empatia e la comprensione, sperando che la storia di “amore, fiducia e comprensione” di Kulu e Gareth risuoni profondamente e ispiri gli spettatori a riconoscere la bellezza e l’importanza di queste “creature straordinarie, gentili e timide”. Il documentario evita deliberatamente un approccio distante e puramente zoologico, optando invece per una narrativa personale e coinvolgente che combina una narrazione intima con un chiaro messaggio di conservazione.

Il film immerge gli spettatori negli scenari mozzafiato della Lapalala Wilderness Reserve, in Sudafrica. La fotografia, firmata da Warren Smart, Steven Doer e persino dallo stesso Gareth Thomas, cattura le montagne, le zone umide e la savana della riserva, insieme alla sua variegata fauna e alla sua intricata vita di insetti, creando un’esperienza visiva straordinaria. Appare anche il Pangolarium, la casa temporanea di Kulu.

Senza dubbio, filmare i pangolini ha rappresentato una sfida significativa. Questi animali sono molto elusivi per natura, attivi principalmente di notte, solitari e generalmente evitano l’interazione.

Il paesaggio emotivo del film è arricchito dalla colonna sonora, composta da Anne Nikitim, e possibilmente amplificato dalla “commovente strumentazione e dalle voci africane” menzionate nei primi commenti.

L’approccio intimo del film, incentrato sulla relazione tra Gareth e Kulu, segue una linea comune nel cinema contemporaneo sulla vita selvatica. Sebbene molto efficace nel creare coinvolgimento emotivo, questa personalizzazione di un animale come protagonista comporta il rischio intrinseco dell’antropomorfismo. Tuttavia, questo approccio sembra essere una scelta strategica. Rendendo la minaccia astratta del traffico globale di animali selvatici profondamente personale e tangibile attraverso la vulnerabilità di Kulu e la dedizione di Gareth, il film mira a forgiare una connessione emotiva abbastanza forte da superare l’apatia dello spettatore e trasformare la visione passiva in una preoccupazione attiva per il destino della specie.

Oltre lo Schermo: Collegare Kulu alla Conservazione Globale

“Pangolin” non solo mette in luce Kulu, ma anche le persone e le organizzazioni che lavorano in prima linea per la conservazione dei pangolini. Gareth Thomas non appare solo come custode, ma anche come ambasciatore dell’African Pangolin Working Group (APWG), l’organizzazione che ha svolto un ruolo fondamentale nella riabilitazione di Kulu e che ha collaborato alla produzione del film. Alexis Kriel, co-presidente dell’APWG, ha espresso la speranza che il documentario generi una cruciale consapevolezza pubblica, che stimoli il dibattito e la volontà politica necessaria per cambiare il destino della specie. Il film mostra anche la Lapalala Wilderness Reserve e il suo unico Pangolarium come infrastruttura vitale per la conservazione. È degno di nota che il Pangolarium riceve finanziamenti da Lepogo Lodges, il che illustra il potenziale legame tra il turismo sostenibile e il finanziamento diretto della conservazione.

La storia di Kulu si svolge nel contesto di ampi sforzi di conservazione a livello globale. Organismi internazionali come l’IUCN, attraverso le sue valutazioni della Lista Rossa, e gruppi di specialisti come il Gruppo di Specialisti sui Pangolini, forniscono una guida scientifica cruciale e aggiornamenti sulla situazione. La CITES fornisce il quadro giuridico internazionale che cerca di frenare questo commercio devastante. Numerose organizzazioni non governative (ONG) sono attivamente coinvolte: il WWF lavora su più fronti, tra cui la riduzione della domanda dei consumatori in Asia, il supporto agli sforzi anti-bracconaggio, la promozione di leggi più severe e la convocazione congiunta della Coalizione per Porre Fine al Traffico di Vita Selvatica Online; TRAFFIC si concentra sul monitoraggio delle rotte commerciali, la ricerca e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione; e l’IFAW lavora lungo tutta la catena del commercio illegale, dalla formazione dei ranger alla riduzione della domanda. Questi sforzi internazionali sono complementati da strategie nazionali, come il Piano Nazionale di Recupero e Azione del Kenya, e piani regionali, come la Strategia di Conservazione del Pangolino di Sunda.

Il documentario stesso costituisce un potente componente di questi sforzi più ampi, con l’obiettivo esplicito di essere qualcosa di più di un intrattenimento passivo. Ritratto in modo intimo la vulnerabilità di Kulu e la dedizione necessaria per la sua sopravvivenza, il film cerca di colmare la distanza emotiva che spesso caratterizza le crisi di conservazione su larga scala. Rende le statistiche scioccanti del commercio di pangolini personali e vicine, collegando la lotta di un animale per la vita alla lotta globale contro il traffico di vita selvatica. La speranza è che questa connessione emotiva si traduca in azioni tangibili, sia attraverso la sensibilizzazione, il supporto a organizzazioni conservazioniste come APWG o WWF (che offre adozioni simboliche di pangolini), la segnalazione di annunci sospetti di prodotti di vita selvatica su Internet o la difesa di un’applicazione più rigorosa delle leggi esistenti. L’organizzazione stessa di Pippa Ehrlich, Sea Change Project, sebbene focalizzata sulla conservazione marina, è un esempio di questo modello di utilizzo della narrazione d’impatto per difendere la protezione della natura.

La Nostra Opinione

“Pangolin” è un amplificatore di una supplica disperata. Serve come un potente promemoria che il destino del pangolino dipende in gran parte dall’azione continua degli esseri umani: rafforzare l’applicazione della legge, smantellare le reti di traffico, ridurre la domanda di prodotti illegali, proteggere gli habitat e supportare i conservazionisti che lavorano instancabilmente sul campo.

Va dritto al cuore? Assolutamente sì.

Amiamo gli animali, la natura e questo simpatico animaletto totalmente indifeso, è destinato a rubarvi il cuore.

Attenzione, non è una storia triste, è una storia molto allegra di un animaletto che, finalmente, riuscirà a vivere in libertà.

Buona visione.

Dove guardare “Pangolin”

Netflix

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