Un nuovo lungometraggio documentario intitolato DEVO presenta la storia autorizzata della band new wave nota per i suoi iconici cappelli a cupola rossa e per il singolo di successo del 1980 «Whip It». Il film inquadra il gruppo non come un fenomeno passeggero, ma come un serio progetto artistico multidisciplinare nato da un trauma politico specifico e guidato da un concetto filosofico coerente: la teoria della «de-evoluzione». Influenzato da movimenti artistici come il dadaismo, l’argomento centrale della band è che la loro formazione e missione artistica furono una risposta diretta alla sparatoria della Kent State University del 4 maggio 1970, un evento a cui assistettero i membri fondatori Gerald Casale e Mark Mothersbaugh mentre erano studenti d’arte.
Il documentario costruisce la sua narrazione in ordine cronologico, partendo dalle origini della band ad Akron, Ohio. Descrive come il massacro di Kent State abbia consolidato la teoria in via di sviluppo di Casale e Mothersbaugh secondo cui l’umanità non si stava evolvendo, ma regredendo in uno stato di disfunzione e mentalità di gregge. Questo concetto di de-evoluzione divenne il fondamento intellettuale di tutto il lavoro successivo della band, dalla musica e arte visuale alle critiche satiriche al consumismo e al conformismo. Il film segue il loro percorso dalle prime, provocatorie esibizioni nei festival d’arte locali fino a ottenere l’attenzione di musicisti influenti come David Bowie, Iggy Pop e Neil Young. Questo sostegno portò a un contratto discografico con la Warner Bros. e al loro album di debutto del 1978, Q: Are We Not Men? A: We Are Devo!, prodotto da Brian Eno. L’arco narrativo culmina con il periodo di successo mainstream della band dopo l’uscita del loro terzo album, Freedom of Choice, e del suo singolo di successo, «Whip It». Il film affronta come la popolarità della canzone, amplificata dal suo distintivo video musicale sulla nascente MTV, abbia portato a un diffuso fraintendimento della sua intenzione satirica, cementando l’immagine pubblica della band come eccentrici outsider e, a loro avviso, una delle band più incomprese della musica.
La realizzazione del film
Per raccontare questa storia, il film si basa ampiamente su una vasta collezione di materiale d’archivio. Poiché i Devo sono nati come un progetto artistico con un forte interesse per il cinema e il video, i registi hanno avuto accesso a un ricco archivio visivo della loro carriera. Il documentario incorpora un’ampia gamma di questo materiale, inclusi i primi film sperimentali, video musicali autoprodotti che precedono MTV e persino registrazioni delle loro prime esibizioni provocatorie di fronte a un pubblico confuso. Questo contenuto d’archivio è intrecciato con nuove interviste, principalmente con i co-fondatori Mark Mothersbaugh e Gerald Casale, i cui commenti forniscono la principale voce narrante del documentario. Il flusso visivo del film è caratterizzato da montaggi energici ed elementi di collage, uno stile che il regista Chris Smith ha modellato sul video musicale dei Devo per la canzone «Beautiful World» per imitare l’estetica della band.
Il documentario è diretto da Chris Smith, i cui lavori precedenti includono American Movie, Fyre – La più grande festa mai avvenuta, “Sr.” e Wham!. Il progetto è il primo lungometraggio completamente autorizzato sulla band. È stato prodotto da VICE Studios e Library Films in associazione con Mutato Entertainment, una casa di produzione musicale fondata da Mark Mothersbaugh. I produttori esecutivi e i finanziatori del film includono BMG, Fremantle Documentaries e Warner Music Entertainment. Dopo la sua prima mondiale al Sundance Film Festival del 2024, il documentario è stato acquisito da Netflix per la distribuzione globale come parte di un accordo per presentare i film più importanti del festival.
DEVO debutta oggi, 19 agosto, su Netflix.