Il documentario esplora la scomparsa e la morte della travel blogger 22enne Gabby Petito, facendo luce sulla sua relazione con il fidanzato Brian Laundrie e sulle successive indagini che si sono svolte.
La serie esamina gli eventi che hanno portato alla scomparsa di Petito durante un viaggio in auto con Laundrie. Include interviste personali con i cari di Petito, messaggi di testo inediti e filmati esclusivi, offrendo agli spettatori uno sguardo completo sul caso che ha dominato le prime pagine dei giornali.
Uno dei punti focali del documentario è il ruolo dei social media nell’indagine. L’analisi dei post di Petito da parte degli utenti di Internet ha contribuito a scoprire dettagli cruciali, evidenziando la crescente influenza del coinvolgimento del pubblico in casi di alto profilo.
Il documentario affronta anche la cronologia degli eventi, compreso il ritorno di Laundrie in Florida da sola il 1° settembre 2021 e la successiva denuncia di scomparsa presentata dalla famiglia di Petito l’11 settembre. Il 19 settembre 2021 sono stati ritrovati i resti di Petito nel Parco Nazionale del Grand Teton e il medico legale ha riscontrato “ferite da corpo contundente alla testa e al collo, oltre a uno strangolamento manuale”.
Il documentario analizza le azioni di Laundrie dopo il suo ritorno a casa, compreso il suo rifiuto di collaborare con le forze dell’ordine e la sua scomparsa definitiva. La serie si conclude con il ritrovamento dei resti di Laundrie il 20 ottobre 2021, nel parco ambientale di Myakkahatchee Creek in Florida, e con la determinazione da parte dell’FBI della sua morte per suicidio dopo aver lasciato una confessione scritta in cui ammetteva l’omicidio di Petito.
Al di là delle specificità del caso Petito, il documentario tocca temi più ampi come la violenza domestica e le disparità di attenzione dei media nei confronti dei casi di persone scomparse. I genitori di Petito, che hanno partecipato al progetto, sperano che il documentario possa sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza domestica e incoraggiare chi si trova in situazioni di abuso a cercare aiuto.
Joe Petito, padre di Gabby, sottolinea l’importanza di prestare la stessa attenzione a tutti i casi di persone scomparse, a prescindere dalla razza o dalla provenienza. Gli sforzi della famiglia per evidenziare la crisi delle donne indigene scomparse e uccise sottolineano il loro impegno a usare la storia della figlia per ottenere un cambiamento positivo.
Mentre gli spettatori si preparano a guardare il documentario, Nichole Schmidt, la madre di Gabby, ricorda al pubblico l’elemento umano dietro le storie di cronaca nera. “Ricordare che si tratta di persone vere. Quando qualcuno appare in un documentario, è una bella storia, ma Gabby è una sorella, una figlia, un’amica. Rappresenta tante altre persone là fuori”, afferma Schmidt, esortando alla compassione e alla comprensione.
“American Murder: Il caso Gabby Petito” si propone di fornire un’analisi completa di un caso che non solo ha colpito la nazione, ma ha anche suscitato importanti conversazioni sulla violenza domestica, sulla copertura mediatica delle persone scomparse e sul potere dei social media nelle indagini moderne.
Dove guardare “American Murder: Il caso Gabby Petito”