Netflix presenta il documentario ‘Songs From the Hole: musica dal carcere’

Un nuovo documentario esplora l'incarcerazione attraverso una lente musicale
06/08/2025 - 09:24 EDT
Songs From the Hole: musica dal carcere - Netflix
Songs From the Hole: musica dal carcere - Netflix

Il nuovo lungometraggio “Songs From the Hole: musica dal carcere” racconta una storia di arte, famiglia e perdono attraverso il mezzo non convenzionale di un album visuale documentaristico. Il film è incentrato sulla vita e la musica di James “JJ’88” Jacobs, che ha composto un’intera opera musicale mentre scontava una condanna all’ergastolo iniziata durante la sua adolescenza. Il documentario narra la sua maturazione dietro le sbarre, utilizzando la sua stessa musica per esplorare le profonde lotte interiori di un individuo che è stato sia autore che vittima di una violenza estrema. Il risultato è una testimonianza del potere dell’arte di tracciare un percorso verso la guarigione e la pace nelle circostanze più restrittive.

La forma narrativa: un album visuale documentaristico

Il film traccia un percorso proprio, discostandosi dalle convenzioni documentaristiche tradizionali per creare una struttura ibrida con la musica di Jacobs come nucleo narrativo ed emotivo. La storia si sviluppa attraverso dieci canzoni originali hip-hop e soul che Jacobs ha scritto e composto mentre era in carcere, le quali formano la colonna vertebrale narrativa del film. Questi brani musicali sono visualizzati attraverso segmenti sceneggiati, basati su trattamenti scritti da Jacobs stesso, che vedono attori interpretarlo in varie fasi della sua vita. Questa base musicale è poi intrecciata con elementi di non-fiction, tra cui la narrazione in prima persona di Jacobs, letture dai suoi diari e interviste con la sua famiglia. La narrazione è ulteriormente arricchita da componenti multimediali, tra cui ricostruzioni immaginarie, sequenze oniriche e animazioni, tutti elementi progettati per dare forma al mondo interiore di Jacobs.

Questo formato unico è nato dalla necessità. Con il suo protagonista fisicamente inaccessibile, i registi hanno trasformato una limitazione logistica in un punto di forza estetico e distintivo. La presenza di Jacobs è prevalentemente uditiva; la sua voce viene trasmessa attraverso registrazioni di telefonate di 15 minuti dalla prigione, che lo posizionano come il narratore della sua stessa storia. Il conto alla rovescia periodico fino alla fine di ogni chiamata serve come un crudo e ricorrente promemoria della sua prigionia. In assenza di un accesso diretto, la sua musica — in gran parte scritta nell’isolamento di una cella di 2×2 metri — diventa l’artefatto più diretto della sua esperienza, traducendo sullo schermo una realtà altrimenti inaccessibile.

Songs From the Hole: musica dal carcere
Songs From the Hole: musica dal carcere

La storia di James ‘JJ’88’ Jacobs

Il documentario presenta gli eventi crudi e cruciali della vita di Jacobs. Nel 2004, a 15 anni, ha tolto la vita a una persona ed è stato successivamente condannato per omicidio. Solo tre giorni dopo, suo fratello è stato ucciso, posizionandolo come una figura che ha sia inflitto che subito una profonda perdita violenta. Condannato a una pena da 40 anni all’ergastolo, ha trascorso 18 anni nel sistema penitenziario statale della California prima del suo rilascio nel 2022. Una parte significativa di quel tempo è stata trascorsa in isolamento, o “il buco”, dove la scrittura di canzoni è diventata un modo per “fabbricare speranza” e dove ha composto gran parte della musica presente nel film.

La narrazione del film si spinge deliberatamente oltre un semplice arco di redenzione. Inquadrando costantemente il suo soggetto come una persona alle prese con la dualità di aver “commesso e subito un danno violento”, la storia affronta le complesse realtà della violenza ciclica. Si concentra invece su temi di responsabilità, lutto e un continuo processo di autoanalisi. Il perdono, un concetto su cui ha meditato durante l’isolamento, è centrale nella sua storia e in quella della sua famiglia, tra cui suo padre William, sua madre Janine, sua sorella Reneasha e la sua fidanzata e sostenitrice dei diritti dei detenuti, Indigo Mateo. L’attenzione sulla sua “accettazione” delle sue azioni e delle loro conseguenze crea un ritratto sfumato che sfugge a facili categorizzazioni, stimolando una conversazione più sofisticata sulla natura del danno e della giustizia.

La creazione collaborativa di ‘Songs From the Hole: musica dal carcere’

Il film è il risultato di una partnership profondamente collaborativa e non gerarchica. Il team creativo è stato guidato dalla regista Contessa Gayles, una cineasta nominata agli Emmy il cui lavoro esplora spesso l’identità e la liberazione. È stata coinvolta nel progetto dal produttore richie reseda, un organizzatore abolizionista e femminista precedentemente incarcerato, che Gayles aveva già presentato nel suo documentario del 2018 “The Feminist on Cellblock Y”. Reseda, che è anche il produttore musicale del film, è amico e collaboratore di Jacobs da quando si sono incontrati in prigione nel 2015. Il terzo partner chiave è Jacobs stesso, accreditato non solo come soggetto e compositore, ma anche come sceneggiatore e co-produttore. L’intero processo creativo è stato condotto tramite lettere e telefonate a tempo dalla prigione, con Jacobs che ha scritto i trattamenti visivi iniziali per le sue canzoni, rendendolo un autore centrale della narrazione del film.

Questa struttura produttiva rispecchia il messaggio del film. Il progetto è accreditato come un film di Cocomotion Pictures, la casa di produzione indipendente di Gayles, e di Question ¿ Culture, la società di media a impatto sociale e collettivo di proprietà dei lavoratori fondata da reseda mentre era incarcerato. Con una missione esplicitamente abolizionista e femminista, Question ¿ Culture opera con un modello di business non basato sullo sfruttamento e ospita la musica di Jacobs. Questo metodo di creazione, che mette al centro e responsabilizza come partner individui colpiti dal sistema, funge da applicazione nel mondo reale dei principi trasformativi che il film esplora. La produzione ha anche ricevuto il sostegno di affermati finanziatori di non-fiction, tra cui Impact Partners e la Artemis Rising Foundation.

Riconoscimenti della critica e impatto sociale

Dal suo debutto mondiale, “Songs From the Hole: musica dal carcere” ha ottenuto un notevole plauso nel circuito dei festival cinematografici del 2024, vincendo il Premio del Pubblico nella categoria Visions al SXSW e il Premio della Giuria per il Miglior Documentario al BlackStar Film Festival. In un onore particolarmente significativo, il film ha ricevuto l'”Excellence in Criminal Justice Storytelling Award” da una giuria di uomini detenuti al primo festival cinematografico mai tenuto all’interno della prigione di Sing Sing a New York. Ha ricevuto premi anche dal Newark Black Film Festival, dall’Indie Street Film Festival e dal New Orleans Film Festival. Oltre ai riconoscimenti, il film è concepito per essere uno strumento di dialogo sociale. È il fulcro di una campagna di impatto, gestita da organizzazioni come Represent Justice, che utilizza la storia per l'”organizzazione culturale”. La campagna mira a portare il film a un pubblico direttamente colpito dal sistema carcerario, fornire strumenti per la guarigione ed evidenziare alternative comunitarie alla giustizia retributiva.

Il documentario musicale “Songs From the Hole: musica dal carcere” ha una durata di 106 minuti ed è classificato R (vietato ai minori non accompagnati). Il film debutta a livello globale su Netflix oggi, 13 agosto.

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