La docuserie Netflix “MARINES” esplora l’umanità della forza di risposta rapida degli Stati Uniti

«Sono un "grunt"» [soldato semplice], afferma la voce di un Marine nel trailer della nuova docuserie di Netflix, "MARINES". «Qualcuno che farà esattamente quello che gli viene detto».

MARINES
Veronica Loop

Tuttavia, la serie vira immediatamente verso il suo vero fulcro. Lo stesso Marine infrange questa immagine monolitica, dichiarando: «Ma pensiamo anche… Abbiamo dei sentimenti, okay?»

Questa contrapposizione è l’asse centrale del progetto. La sinossi ufficiale promette uno “sguardo dall’interno” sia sui “rigorosi addestramenti” sia sui “momenti emotivi” che definiscono la vita militare. L’obiettivo è bilanciare la cronaca della preparazione militare con un’esplorazione della “complessità emotiva”, documentando “le storie umane dietro le uniformi”.

Il Crogiolo del Pacifico. Lo scenario della serie è la 31a Unità Spedizionaria dei Marine (MEU), descritta come la “forza in stato di allerta” (force in readiness) dell’esercito statunitense nella regione del Pacifico. Con base a Okinawa, Giappone, è l’unica “unità spedizionaria dei Marine permanentemente dislocata in avanti”. Questa unità è la “forza di risposta rapida” incaricata di “rispondere a crisi e conflitti”, e la serie segue i suoi membri mentre conducono “esercitazioni di combattimento ad alto rischio”.

Per catturare questa realtà, alla produzione è stato concesso un “accesso senza precedenti” al Corpo dei Marine degli Stati Uniti. La serie di Netflix, composta da quattro episodi di 45 minuti, è stata montata nel corso di diversi mesi. Il supervisore al montaggio, James Haygood, ha osservato che “i vertici militari ci hanno sorpreso… sostenendo la nostra spinta a raccontare le storie vere, e a volte controverse, dei personaggi”. Questa dichiarazione suggerisce che l’accesso si è esteso oltre le operazioni per includere complesse narrazioni personali. Per aiutare il pubblico a navigare in questo mondo ermetico, un team grafico ha creato “schemi di navi e mappe” allo scopo di “mantenere il pubblico visivamente informato mentre il programma naviga in una storia complessa con una terminologia ampia e una geografia globale”.

Una Storia di Formazione. Il progetto di Netflix evita il tradizionale documentario militare, definendosi invece come una “docuserie di formazione” (coming-of-age docuseries). Il Corpo dei Marine è presentato come un catalizzatore per la trasformazione personale, con un chiaro focus sui “giovani Marine” che ne sono protagonisti. La narrazione è costruita attorno al processo di “creare legami”, un concetto che evolve in “fratellanza” (brotherhood) e “cameratismo”. Il documentario cerca di catturare “la dedizione e la resilienza di una nuova generazione di membri del servizio” mentre imparano a “crescere insieme in mare”. L’obiettivo è illuminare il “terreno emotivo” della loro esperienza: “momenti di dubbio”, “isolamento” e le “relazioni reali” che si formano sotto pressione estrema. James Haygood ha confermato questa scoperta nel materiale, affermando: “una volta che abbiamo scavato in questo materiale, abbiamo scoperto personaggi davvero complessi ed emotivi”.

La Fusione Creativa. Il duplice approccio della serie – autenticità militare e dramma intimo dei personaggi – si riflette nel suo team di produzione. La regia è di Chelsea Yarnell, nota per acclamati progetti Netflix come “Cheer” e “America’s Sweethearts: Dallas Cowboys Cheerleaders”. La sua specialità in “storie incentrate sulla squadra” è bilanciata dall’esperienza dei produttori. La serie è una coproduzione di Amblin Documentaries e Lucky8 TV. Il team di Amblin è legato a prestigiose narrazioni belliche come “Band of Brothers – Fratelli al fronte” e “Salvate il soldato Ryan”. Inoltre, il produttore esecutivo Sebastian Junger è una figura nota per le sue “narrazioni militari” crude e autentiche. Il team di produzione esecutiva è completato da Darryl Frank e Justin Falvey, presidenti di Amblin, insieme a Kimberly Woodard, Greg Henry, Isaac Holub e George Kralovansky. Katie Goldstein e Arielle Kilker sono co-produttrici esecutive. Frank e Falvey hanno descritto il documentario come “uno sguardo avvincente e importante dietro le quinte” ed hanno espresso gratitudine per la fiducia nel raccontare “storie oneste e complesse”.

“MARINES” si preannuncia come un “ritratto autentico” e una “esplorazione profondamente umana” di una nuova generazione, concentrandosi meno sulla geopolitica e più sul cameratismo e sulla crescita personale sotto una pressione straordinaria.

I quattro episodi di “MARINES” debutteranno su Netflixx il 10 novembre.

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