The Program: rompere il silenzio è un documentario diretto da Katherine Kubler.
Ivy Ridge era un’accademia privata per giovani problematici situata a Ogdensburg, New York. I genitori vi mandavano i loro figli problematici nella speranza di correggere il loro comportamento. Isolata dalla civiltà, a 10 ore di distanza dalle grandi città, Ivy Ridge prometteva di insegnare l’integrità, l’onore e la disciplina attraverso metodi severi e un sistema di controllo mentale che monitorava ogni movimento degli adolescenti, comprese le umiliazioni fisiche e mentali. Questo sistema si basava sul controllo delle menti e dei corpi e, sotto un’intensa pressione, gli studenti alla fine cedettero e seguirono obbedientemente le regole. È questo che fanno i bravi cittadini, giusto?
La serie di documentari “The Program: rompere il silenzio” è costituita da filmati catturati da videocamere domestiche nei primi anni 2000. Ivy Ridge ha iniziato ad ammettere studenti nel 2001 e le rivolte degli studenti sono iniziate nel 2005. In “The Program: rompere il silenzio”, diversi studenti ricordano ciò che accadeva in quel luogo, le rigide regole e come venivano “indottrinati” e trasformati in “buoni cittadini” attraverso un programma che sottoponeva i loro corpi e le loro menti. E dietro a tutto questo (come avrete capito), c’era un lucroso business nell’industria dell’istruzione. E Ivy Ridge non era l’unica, poiché esistevano istituzioni simili in tutto il mondo con i programmi descritti nel documentario. La situazione diventa ancora più raccapricciante quando ci si rende conto che in tutti gli Stati Uniti e nel mondo c’erano decine di aziende come questa che si trasformavano in veri e propri campi di tortura per adolescenti. Promettendo di correggere il loro comportamento, questi luoghi sono diventati prigioni di paura e persino di morte.
Come documentario, “The Program: rompere il silenzio” è una lezione potente e una denuncia di questo tipo di istituzioni e di educazione. Racconta la storia di ciò che è accaduto in quelle tre ore, con le testimonianze di chi ha vissuto quegli anni. C’è un solo punto di vista, quello degli studenti che hanno subito abusi e maltrattamenti. È narrato come una vera storia di cronaca nera, che è essenzialmente ciò che è: un documentario sugli abusi e i maltrattamenti subiti dagli adolescenti. Ha tutti gli elementi che il genere richiede: musica inquietante, inquadrature dei corridoi che ricordano Kubrick, e tutto è studiato per farlo sembrare più un film dell’orrore che un documentario reale. Tuttavia, sembrano esserci pochi dubbi su ciò che è accaduto, quindi, al di là dell’estetica da film dell’orrore, è un modo istruttivo per conoscere questi eventi e aprire le nostre menti, anche se attraverso questi sfortunati incidenti.
La nostra opinione:
Una storia tragica raccontata in modo efficace nello stile di un genere (true crime) che sta guadagnando sempre più popolarità e sta diventando sempre più prevalente nel cinema documentario. Ricordate quando i documentari sulla natura erano di gran moda? Ora sono questi tipi di documentari.
È chiaro che i tempi stanno cambiando.