Ci sono serie che guardi per passare il tempo, e serie che ti restano dentro, che hanno un peso. Delhi Crime è sempre appartenuta a questa seconda categoria. Non è un dramma poliziesco standard; è un evento televisivo denso e metodico. Fin dal suo debutto, si è consolidata come una forza singolare, diventando la prima serie indiana a vincere un International Emmy Award come Miglior Serie Drammatica.
La serie funziona come un’antologia procedurale, dove ogni stagione si immerge in un caso reale che ha scosso la coscienza della capitale indiana. La prima stagione, ormai iconica, è stata una meticolosa ricostruzione delle indagini di polizia successive al famigerato caso di stupro di gruppo di Nirbhaya del 2012. Quel caso ha scatenato proteste in tutta la nazione e ha imposto una riforma delle leggi sulle aggressioni sessuali. La seconda stagione ha spostato l’attenzione sui crimini della famigerata banda Chaddi Baniyan.
Attraverso questi casi diversi, l’ancora della serie rimane la stessa: la figura di Vartika Chaturvedi. Shefali Shah, nel ruolo che la definisce, torna per la terza stagione, ma ora con una promozione che cambia tutto. Non è più la DCP (Vice Commissario di Polizia), ora è la DIG (Vice Ispettore Generale di Polizia) Vartika Chaturvedi, la “Madam Sir” al centro di una tempesta ancora più grande.
Il DNA di Delhi Crime si è stabilito saldamente nella sua prima stagione, un progetto nato da sei anni di ricerca sui materiali del caso. L’obiettivo, secondo il creatore originale Richie Mehta, non era “l’illustrazione del male”, ma un focus “sulle conseguenze e sulle persone che le affrontano”. La serie cercava di “umanizzare le forze di polizia”, spesso sottofinanziate e sovraccariche di lavoro, e “fornire contesto, catarsi e aprire una conversazione difficile”. Questa è la promessa della serie: non offre inseguimenti in auto o sparatorie glamour, ma un esame della “resilienza umana” e dell'”impatto emotivo sugli ufficiali” che devono mantenere la giustizia. La terza stagione sembra pronta a raddoppiare questa scommessa.
La squadra centrale torna al lavoro
Il nucleo emotivo di Delhi Crime non è solo il caso, ma la squadra fidata che Vartika riunisce. Il caos dei nuovi crimini è bilanciato dalla continuità della sua cerchia ristretta, e la terza stagione riporta in scena la squadra centrale.
Insieme a Shefali Shah, il pubblico vedrà il ritorno dei pilastri della serie: Rasika Dugal nel ruolo di Neeti Singh e Rajesh Tailang nel ruolo dell’ispettore Bhupendra Singh. Il mondo del commissariato è ulteriormente consolidato dal ritorno di membri del cast come Jaya Bhattacharya e Anurag Arora.
Ma un’indagine di questa portata richiede una squadra più ampia. La nuova stagione introdurrà anche diversi volti nuovi nell’indagine, tra cui Sayani Gupta, Mita Vashisht, Anshumaan Pushkar e Kelly Dorji, suggerendo un’espansione della portata del caso.
L’impatto emotivo del materiale, un tema centrale della serie, sembra essere una realtà sia dentro che fuori dallo schermo. In interviste recenti, il cast principale, tra cui Shah, Dugal e la nuova aggiunta Huma Qureshi, ha parlato dell’esaurimento dovuto alla produzione. Hanno sostenuto la necessità di un ambiente di lavoro nell’industria che “non sia basato sullo sfruttamento”. Shah è stata particolarmente diretta riguardo al costo di interpretare Vartika, spiegando che dopo tanti anni, ora può dire: “Ho bisogno di andare a casa”.
Ha spiegato la natura estenuante del ruolo: “Devo dare il massimo ogni mattina… in uno show come questo, dai tutto, ti consuma“. Questa franchezza sottolinea il peso del materiale della serie; l'”impatto emotivo” non è solo una nota di sceneggiatura, ma un costo umano reale per gli attori che abitano questo mondo.
Il nuovo caso: oltre i confini di Delhi
Se la prima stagione è stata un’indagine claustrofobica contenuta in una città, la terza stagione rompe le frontiere. Lo slogan ufficiale della stagione, rivelato nel trailer, stabilisce l’obiettivo: “Beyond reason, beyond borders. Ek aisa case jo har hadd paar karega” (Oltre la ragione, oltre i confini. Un caso che supererà ogni limite).
Il crimine centrale di questa stagione è una “raccapricciante rete di traffico di esseri umani”.
Non si tratta di un’operazione locale. La narrazione porta Vartika fuori dalla sua giurisdizione abituale di Delhi e la immerge in una rete nazionale. L’indagine si espande “oltre la capitale”, seguendo piste che si estendono “da Delhi all’Assam e a Rohtak”. Il materiale promozionale descrive un sistema orribile “dove le persone vengono spostate come merci, le identità cancellate e le vite scambiate”.
Le vittime di questa rete sono “giovani donne e bambini”. L’indagine scopre schemi di “giovani donne che scompaiono con la promessa di un lavoro, costrette a matrimoni, e bambini e donne usati come schiavi”.
Questo segna un’evoluzione significativa nella narrativa della serie. La Stagione 1 è stata un procedural reattivo: si è verificato un crimine orribile e Vartika e la sua squadra sono stati incaricati di trovare i colpevoli in una corsa contro il tempo. La Stagione 3, al contrario, si profila come un’indagine proattiva su una vasta cospirazione. La sinossi ufficiale descrive Vartika che “collega i punti tra queste sparizioni”. Non sta semplicemente risolvendo un singolo incidente; sta scoprendo un “impero criminale” nascosto, un “sistema alimentato dalla paura, dal profitto e dal silenzio”. Questo cambiamento trasforma la serie da un dramma poliziesco localizzato a un thriller cospirativo in espansione.
Un nuovo tipo di avversario: l’ascesa di “Badi Didi”
La prima stagione ha messo Vartika contro la brutalità anonima e i fallimenti sistemici. La terza stagione dà a quell’oscurità un nome e un volto. Huma Qureshi si unisce al cast, ma non come parte della squadra di polizia. Interpreta la principale antagonista della stagione: “Badi Didi”.
La sinossi ufficiale la descrive con palpabile timore. È “l’inafferrabile architetto dell’impero criminale”, un “nome sussurrato in tutte le città”. È “Implacabile, invisibile e sempre un passo avanti”.
La stessa Qureshi ha sottolineato la natura del personaggio. Al lancio del trailer, ha descritto il ruolo dicendo: “Credo che questo sarà forse il personaggio più oscuro e ripugnante della mia carriera, e lo dico nel miglior modo possibile”.
Questo colpo di scena personalizza il conflitto in un modo nuovo per la serie. La sinossi ufficiale lo posiziona esplicitamente come uno “scontro psicologico tra due donne che si rifiutano di perdere“. Non è più solo “Vartika contro il Sistema”; ora è “Vartika contro Badi Didi”. Il palcoscenico è pronto per un intenso gioco del gatto e del topo tra due formidabili matriarche, una decisa a far rispettare la legge e l’altra a gestire un impero nell’ombra.
Il seme della realtà: il caso che ha sconvolto la nazione
Delhi Crime continua la sua tradizione di trarre le sue narrazioni da eventi di vita reale. Secondo quanto riferito, il complesso caso di traffico di esseri umani della terza stagione è innescato da un’unica e straziante scoperta: “la scoperta di un bambino abbandonato”.
Questa trama si ispira al caso straziante e reale di “Baby Falak” del 2012, un incidente che ha sconvolto la nazione.
I fatti di questo caso reale sono, appunto, la materia prima del DNA di Delhi Crime. Il 18 gennaio 2012, un’adolescente di 15 anni portò una bambina di due anni, poi conosciuta come Falak, al Centro Traumatologico AIIMS di Delhi. I medici rimasero sconvolti. La bambina fu ricoverata con un “cranio fratturato, braccia rotte, segni di morsi umani su tutto il corpo” e “guance… marchiate con un ferro rovente”. La sua testa, si seppe dopo, era stata “sbattuta contro un muro”.
La storia dell’adolescente — che la bambina fosse caduta dal letto — fu immediatamente scartata. Ciò che l’indagine della polizia scoprì fu una tragedia di traffico di esseri umani. La madre di Falak, Munni, era stata “ingannata e indotta a un secondo matrimonio” da trafficanti. I suoi tre figli le furono separati, “divisi” e “passati da un adulto all’altro”. Falak finì nelle cure dell’adolescente (che, secondo i rapporti, era una prostituta di 14 anni) la quale, incapace di prendersene cura, la torturò.
Nonostante una breve e miracolosa guarigione che catturò l’attenzione del paese, Baby Falak morì il 15 marzo 2012, a seguito di un arresto cardiaco.
Questo caso è l’esempio perfetto del motivo per cui esiste Delhi Crime. L’abuso di Falak non fu un incidente isolato; fu il sintomo di un massiccio fallimento sociale e sistemico. Ha esposto le reti di traffico che operavano impunemente. Se la prima stagione ha utilizzato un caso per esaminare la misoginia e la disuguaglianza, la terza stagione utilizza il caso Falak come punto di ingresso per indagare sul sistema che ha portato un rapporto dell’ONU a etichettare l’India come “il posto più pericoloso per essere una bambina”. Un titolo dell’epoca sul caso Falak riassumeva: “Chi ha ucciso Baby Falak? Il sistema… non se n’è curato abbastanza”. Ora, Vartika Chaturvedi indagherà su quello stesso sistema.
La struttura dell’indagine: dietro le quinte
La terza stagione vede anche alcuni cambiamenti significativi dietro le quinte. Mentre Richie Mehta ha creato la serie e diretto la prima stagione, Tanuj Chopra, che ha diretto la seconda stagione, assume ora il ruolo di showrunner e regista per la terza.
La sceneggiatura della stagione è stata uno sforzo collaborativo, con un team che include Chopra, Mayank Tewari, Anu Singh Choudhary, Shubhra Swarup, Apoorva Bakshi e Michael Hogan.
Uno sviluppo notevole nella produzione è il maggiore coinvolgimento della sua stella. Per la terza stagione, Shefali Shah ricopre non solo il ruolo di attrice protagonista ma anche di Produttrice Esecutiva, indicando un coinvolgimento più profondo nella definizione della narrativa della serie e del suo personaggio.
Anche la struttura della stagione offre indizi sul suo ritmo. La terza stagione sarà composta da sette episodi. Si tratta di un ritorno al formato della prima stagione (che aveva sette episodi) e di un’espansione rispetto alla seconda stagione (che ne aveva cinque). Questa decisione di tornare a una stagione più lunga suggerisce un ritorno intenzionale alla profondità narrativa e al ritmo metodico della prima stagione. Un caso di cospirazione di traffico a livello nazionale richiede lo spazio narrativo che un formato di sette episodi può fornire, fondendo la scala della Stagione 1 con la regia stabilita da Chopra nella Stagione 2. Si prevede che tutti e sette gli episodi verranno rilasciati simultaneamente, permettendo agli spettatori un’immersione completa e ininterrotta.
La DIG Vartika Chaturvedi e la sua squadra tornano per svelare una rete di oscurità che si estende in tutto il paese, affrontando un caso che promette di portarli oltre ogni limite morale e professionale.
La terza stagione di Delhi Crime debutta su Netflix il 13 novembre.

