Black Mirror: Come un giocattolo
Black Mirror: Come un giocattolo

“Come un giocattolo” – Black Mirror, Episodio 4, Stagione 7: Un gioco di paranoia

10/04/2025 - 10:00 EDT

“Come un giocattolo” si muove sul terreno scivoloso della paranoia e del thriller horror, e come da tradizione, al centro di tutto c’è il mondo della tecnologia, questa volta esplorato attraverso i videogiochi.  

L’episodio gioca molto con l’ambiguità, e il messaggio finale si presta a molteplici interpretazioni. È una storia che sfiora l’horror, con qualche elemento gore e venature da poliziesco, che stimola riflessioni profonde. I videogiochi sono il tema centrale, amplificato da una buona dose di allucinogeni, in un episodio decisamente interessante.  

La trama

Cameron Walker viene arrestato mentre tenta di rubare una bottiglia di liquore, ma la polizia si rende presto conto che il caso è più complesso di un semplice furto: Cameron è ricercato per omicidio. Chi è veramente quest’uomo? Cameron, intanto, insiste per avere una penna per disegnare qualcosa.  

L’interrogatorio ha inizio e Cameron racconta la sua storia: un ragazzo timido che recensisce videogiochi, fino a quando un programmatore gli consegna una copia di un nuovo gioco che diventa per lui un’ossessione.  

Black Mirror: Come un giocattolo
Black Mirror: Come un giocattolo

A proposito di “Come un giocattolo”

Il dubbio è una presenza costante attorno al protagonista, Cameron Walker: ciò che vediamo è frutto della sua paranoia, o ci troviamo di fronte a uno scenario distopico più che plausibile? L’episodio non fornisce risposte definitive, nemmeno quando il mistero sembra risolversi, ma come sempre in Black Mirror, lascia molto su cui riflettere.  

Avete presente quella teoria secondo cui saremmo elementi immaginati da qualcuno, trasformati in personaggi di un gioco? La sceneggiatura di “Come un giocattolo” sfiora questa idea, pur scegliendo di ancorare la narrazione ai codici del thriller poliziesco classico.  

“Come un giocattolo” non è forse l’episodio più memorabile della serie, ma è realizzato con cura e l’ambientazione è molto efficace. Ancora una volta, lo spettatore viene trascinato in un’atmosfera da incubo, esplorando il lato oscuro dell’ossessione umana per la tecnologia e, stavolta, la sottile linea di demarcazione tra realtà e finzione.  

Non mancano spunti tecnologici interessanti, come i programmi capaci di auto-riscriversi ed evolversi, anche se questo tema passa in secondo piano rispetto al focus sul thriller paranoico piuttosto che sul techno-horror.  

L’episodio, tuttavia, sa essere originale nella sua impostazione e mantiene viva l’incertezza, evitando di dare risposte facili e invitando lo spettatore a interrogarsi sul collasso tecnologico, sulla salute mentale nell’era digitale e sui pericoli emergenti, già presenti in nuce: la biotecnologia e l’implementazione di tecnologie per “migliorare” l’essere umano.  

Un’evoluzione pericolosa per alcuni, un passo avanti per altri.  

Il futuro è incerto.  

Buona visione.

Dove guardare “Come un giocattolo”

Netflix

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