“900 giorni senza Anabel” è un documentario di Netflix sul rapimento di Anabel Segura.
Nel 1993, avvenne il rapimento di Anabel Segura, una giovane di 22 anni che abitava a La Moraleja. Un caso terribile che ora Netflix decide di riportare alla luce e analizzare nuovamente con l’aiuto degli stessi poliziotti che all’epoca indagarono sull’evento.
Una grande novità di questa produzione è l’inclusione delle registrazioni originali delle chiamate effettuate dai rapitori, oltre a interviste approfondite con i poliziotti coinvolti nel caso.
Una ricostruzione dettagliata che mette in evidenza, soprattutto, l’opportunità di ascoltare le chiamate fatte dai rapitori alla famiglia Segura.
Un caso caratterizzato da errori che la polizia stessa riconosce e con un epilogo che molti già conoscono. Tuttavia, è un documentario affascinante, in particolare dal punto di vista investigativo, che illustra i metodi d’indagine degli anni ’90 in Spagna.
Sul documentario
Conosciamo bene il genere e sappiamo che il true crime tende spesso a esagerare, enfatizzando il macabro, l’oscuro e il male. Non è questo il caso di “900 giorni senza Anabel”, che intervista i poliziotti responsabili dell’indagine e ci presenta il caso con rigore, ammettendo errori e successi, i problemi del periodo e i dettagli intricati del caso.
Il documentario include anche un famoso presentatore televisivo dell’epoca, Paco Lobatón, che seguì il caso da vicino per trovare Anabel Segura, generando una mobilitazione popolare attraverso il suo programma per chiedere la liberazione della giovane.
Una ricerca che giunge a una conclusione e identifica due colpevoli in un documentario che, dal punto di vista delle forze dell’ordine, espone l’indagine e come si è risolta definitivamente.
In definitiva, si tratta di un’opera che offre una prospettiva unica su un caso complesso, arricchendo la narrazione con testimonianze dirette e materiali d’archivio preziosi, e getta nuova luce sui metodi investigativi di un’epoca passata.
Dove vedere “900 giorni senza Anabel”