Octoberman
Octoberman

«Chutes» di Octoberman trova grazia nell’imperfezione e nel tempo

Registrato dal vivo su nastro, il settimo album del collettivo indie-folk canadese abbraccia le imperfezioni analogiche per mappare lutto, memoria e una resilienza quieta.
05/09/2025 - 04:00 EDT

Octoberman torna con Chutes, un settimo album essenziale e dal timbro caldo per Ishmalia Records, che considera respiro, fruscio e suono d’ambiente non come difetti ma come elementi strutturali dell’architettura musicale. Prodotto da Jarrett Bartlett insieme al leader Marc Morrissette, il progetto privilegia la presenza rispetto alla rifinitura: le take principali sono state registrate dal vivo su nastro da due pollici ai Little Bullhorn Studios di Ottawa—senza click, senza schermi—e rifinite con overdub minimi in home studio sparsi per l’Ontario. La scelta restituisce interpretazioni a misura d’uomo, dove micro-rubato, decadimento dei piatti e la grana della voce di Morrissette diventano segnali narrativi.

Sul piano testuale, Chutes intreccia due filoni complementari. Il primo recupera vignette in terza persona riemerse da vecchi demo su hard disk—microracconti messi in melodia, attenti al gesto e al clima. Il secondo assume un tono più confessionale, scritto nel lungo riverbero di un lutto familiare e concentrato su come paura, tenerezza e resilienza si depositino nella vita quotidiana. Questa doppia prospettiva consente di leggere la memoria da entrambi i lati: come qualcosa che si osserva a distanza e come qualcosa che si avverte nel corpo. Le canzoni rifuggono il melodramma; procedono con una franchezza sobria che affida all’ascoltatore il compito di unire i punti.

Octoberman’s ‘Chutes’
Octoberman’s ‘Chutes’

L’ensemble—Morrissette (chitarra, voce, synth), Marshall Bureau (batteria, vibrafono), Tavo Diez de Bonilla (basso, cori), J.J. Ipsen (chitarra) e Annelise Noronha (fisarmonica, banjo, chitarra, cori)—punta su una chimica “live-off-the-floor” che privilegia l’interplay all’ornamento. Le velature di vibrafono e i drone di fisarmonica ampliano lo spettro senza appesantire gli arrangiamenti; il banjo entra come tessitura più che come cifra stilistica, un filo percussivo che cuce le chitarre. L’ingegneria del suono di Bartlett lascia intatti i bordi: i transienti hanno spazio per sbocciare, il basso suona legnoso e risonante, e i mix resistono alla tentazione della massima loudness per preservare una vera dinamica.

La lunga traiettoria di Octoberman ha spesso generato paragoni—il chiaroscuro lirico degli Sparklehorse, la cantabilità sciolta di Stephen Malkmus, la malinconia tersa di un Elliott Smith più solare. Chutes riconosce queste affinità ma suona inconfondibilmente come una band ormai dentro il proprio lessico: melodie conversazionali su chitarre squillanti; cadenze armoniche che, una volta arrivate, sembrano inevitabili; hook che si presentano in punta di piedi e poi non se ne vanno. È musica che si fida della ripetizione e della proporzione, scambiando lo spettacolo con la durata.

Il contesto conta per una formazione che ha costruito la propria reputazione per sedimentazione più che per svolte improvvise. Il catalogo di Octoberman ha portato brani in televisione e la band a condividere il palco con Julie Doiron, Mount Eerie e Owen Pallett; eppure Chutes si legge meno come una riga di curriculum e più come una dichiarazione di metodo. La modestia del disco è deliberata: canzoni pensate per attraversare gli anni, rivelare dettaglio a basso volume e incontrare il presente senza forzarlo. Anche la sequenza rafforza l’etica del progetto, lasciando emergere e rifluire i fili narrativi senza marcatori di genere rigidi né artifici di studio.

L’uscita è accompagnata da due concerti intimi in Ontario—spazi piccoli scelti per acustica e prossimità, così da restituire la dinamica senza fretta dell’album e l’intimità di voci catturate a distanza ravvicinata dal microfono. Credito fotografico: Rémi Thériault.

Date di uscita e live: album pubblicato il 27 agosto; Toronto, Cameron House, 3 ottobre; Ottawa, Red Bird, 10 ottobre.

Lascia un commento

Your email address will not be published.