“Kabut Berduri – La nebbia sul confine” è un film thriller indonesiano con Putri Marino, Yoga Pratama e Lukman Sadi.
Un altro interessante thriller dall’Indonesia in cui, questa volta, le giurisdizioni si mescolano e tra i confini della Malesia e dell’Indonesia per arrivare a temi molto scabrosi, ma senza che il film voglia andare oltre il thriller.
Inoltre, riporta una situazione terribile sull’isola del Borneo in un caso che, sebbene sia di fantasia, ha molti accenni di realtà.
Un thriller ben ambientato che mescola superstizione e realtà borderline in un luogo complicato.
Trama
Sull’isola del Borneo, tra la Malesia e l’Indonesia, una poliziotta arriva da Giacarta per indagare su un terribile crimine: due uomini decapitati. Non viene accolta bene, ma le sue indagini la portano alla leggenda di Ambong, una specie di fantasma che vive nella nebbia della giungla.
Ma la detective scopre gradualmente una realtà molto più macabra e scoraggiante.
Informazioni sul film
Soprattutto, “La nebbia sul confine” è un buon thriller: ben ritmato, ben recitato e con una trama che, attenendosi al suo genere, riesce a intrattenere e, tra l’altro, a metterci di fronte alla difficile realtà tra i confini della Malesia e dell’Indonesia e al torbido business che vi si svolge: il traffico di esseri umani.
Ma “Kabut Berduri – La nebbia sul confine” non è un film che vuole fare una denuncia politica di una realtà sociale, è fondamentalmente un thriller ben condotto che cerca di scioccare e intrattenere.
Un thriller con buoni personaggi, con un’interessante coppia di detective e personaggi secondari che danno ritmo alla storia in una sceneggiatura intelligentemente elaborata che lascia gradualmente accenni al mistero.
Il film è anche buono in termini di fotografia, ma senza avere un impatto con le sue immagini: avendo una buona fotografia, preferisce concentrarsi sull’essere un thriller corretto, senza cercare l’originalità nei suoi aspetti ritmici, tematici o estetici.
Un buon thriller che non è né originale né sorprendente, ma che realizza ciò che si prefigge: mostrare una realtà attraverso una storia di finzione che intrattiene.
Un buon film poliziesco violento con una realtà triste, molto triste, alla base della finzione stessa.
La nostra opinione
Un buon giallo, uno di quegli omicidi macabri che, grazie a una buona sceneggiatura, riesce a interessare e a portare avanti il film esteticamente, ritmicamente e argomentativamente ben realizzato.