“Handling the Undead” Recensione del film: un film sui zombie che non somiglia a “Night of the Living Dead”? È tutto possibile.

“Handling the Undead” è un film horror diretto da Thea Hvistendahl e interpretato da Renate Reinsve, Anders Danielsen Lie, Bahar Pars e Bjørn Sundquist.

La vita ci riserva delle sorprese, ed è quanto è successo con il titolo di cui ci occupiamo oggi, “Handling the Undead”, un film ricco di molte, moltissime virtù che allo stesso tempo, e contraddittoriamente, presenta un grande difetto: non somiglia al classico del 1968 di George A. Romero, Night of the Living Dead.

“Handling the Undead” è un film pieno di talento che eleva il genere zombie e quello dell’horror a uno stato più intellettuale, quasi riflessivo, stile a livello visuale che, inoltre, sfida il cinema horror ancorato a cliché di ogni tipo, spaventi a volontà e scene sanguinose.

“Handling the Undead” è un film che va oltre i zombie per andare oltre il cinema horrir con un film senza spaventi, senza scene spaventose, con personaggi elaborati e con una costruzione quasi pittorica delle sue sequenze.

Sì, un film rivoluzionario che dobbiamo alla sua regista, Thea Hvistendahl, che fa un lavoro stupendo in questo suo secondo film dopo “Children of Satan” (2019).

Handling the Undead
Handling the Undead

Trama

Durante una notte, in Norvegia i morti iniziano a tornare in vita senza motivo apparente.

Sul film

“Handling the Undead” è, prima di tutto, un fantastico film che si propone di ribaltare gli archetipi del genere horror e cerca di fare un film horror attraverso l’ambientazione, la musica, il suspense e l’atmosfera tetra delle sue immagini. Ha un ritmo lento, calmo, ha scene più drammatiche che terrificanti e si addentra più nel dolore esistenziale della morte che nel mostrare sequenze di terrore. Possiede una fotografia eccellente e gli attori sono eccellenti in uno di quei film con personaggi che piace interpretare.

Ma, allo stesso tempo, è un film che non sembra che andrà a piacere agli amanti del genere, in un film che varia enormemente un genere che, d’altra parte, si caratterizza per la ripetizione quasi religiosa della stessa formula di successo, con varianti più o meno spettacolari.

Tutti coloro che cercano un film sui zombie saranno profondamente delusi, così come tutti coloro che cercano un film horror sanguinario.

“Handling the Undead” ci ricorda nel modo in cui è costruito, a un racconto di E. T. A. Hoffmann in quanto al ritmo e alla calma del racconto, all’ambientazione e al tema riflessivo e alle idee che contiene. Ci fa pensare anche ai dipinti di John Singer Sargent per quanto riguarda l’immobilità delle sue figure e la composizione dei piani.

Una storia piena di tristezza, malinconia e bellezza.

La nostra opinione

Dategli una possibilità, perché “Handling the Undead” ne vale sicuramente la pena. Un tentativo di dare una svolta al cinema horror in uno dei suoi sottogeneri più riconosciuti, quello dei zombie.

Un film che è elegante nel suo stile visivo e rivoluzionario nel suo modo di approcciare il genere.

Un grande successo per la sua giovane regista.

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Martin Cid
Martin Cid
Scrittore, fumatore di pipa e fondatore di MCM
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