Max Hooper Schneider presenta Scavenger presso 125 Newbury, a Tribeca, la sua prima mostra personale a New York. Concepito come un laboratorio di ecologie ibride, il progetto riunisce ambienti costruiti con materiali recuperati, organismi artificiali e resti della cultura vernacolare per analizzare il comportamento di oggetti e sistemi di classificazione in condizioni di trasformazione e degrado.
L’allestimento si articola in habitat in vetrina e assemblaggi all’aperto concepiti come sistemi dinamici, non come sculture statiche. Corallo, denti, cristalli, plasma e detriti della cultura di massa sono organizzati in micromondi che attivano processi di successione, corrosione, fossilizzazione e conservazione. Tra i nuclei espositivi figurano una forma di biscotto sovradimensionata che rilascia olio verso un arcipelago di peluche ramati; un rilievo incrostato in cui percebes e arredi da casa di bambole inglobano mini-schermi con immagini di sculture in combustione; un boschetto notturno di scarti bricolati sospesi come lanterne a capsula; e acquari bruciati ricostituiti come barriere di dendriti di rame.
Il progetto si presenta come un sistema aperto e non narrativo. La museologia di storia naturale viene riconfigurata in dispositivo speculativo: vetrine, tassonomie e diorami operano come strumenti di registrazione di entropia, resilienza e mutazione. Ne derivano ambienti di prova in cui residui organici e industriali coesistono, privilegiando l’osservazione prolungata rispetto all’effetto spettacolare immediato.
Il metodo dell’artista attinge a una formazione incrociata tra arti e scienze della vita. Procedure derivate dagli studi sul paesaggio e sul mare si combinano con un vocabolario materiale fatto di plastiche industriali, superfici metallizzate, miniature domestiche e resti biologici. Invece di illustrare un discorso ambientale, le opere modellizzano processi come ossidazione, accrezione e pietrificazione, rendendo leggibili le temporalità del danno e della riparazione.
Nato a Los Angeles, Hooper Schneider ha studiato Architettura del Paesaggio alla Harvard Graduate School of Design, dopo lauree in Urbanistica e Biologia alla New York University e studi supplementari in biologia marina ed entomologia. Il suo lavoro è stato presentato allo UCCA Center for Contemporary Art, a MO.CO Montpellier e all’Hammer Museum, oltre che in collettive al Centre Pompidou-Metz, Schinkel Pavillon, Leeum Museum of Art, Kistefos Museum e Musée d’Art Moderne de Paris. Ha partecipato alle biennali di Gwangju, Istanbul e Mongolia Land Art e alla Triennale Baltica. Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private tra cui Hammer Museum, MOCA Los Angeles, Musée d’Art Moderne de Paris, Rubell Museum, Fondation Lafayette e Fonds d’art contemporain de la Ville de Genève. Tra i riconoscimenti, il BMW Art Journey Prize e lo Schmidt Ocean Institute Prize.
Scavenger è presentata da 125 Newbury, uno spazio di progetto di 3.900 piedi quadrati fondato da Arne Glimcher al 395 di Broadway, la cui programmazione alterna mostre tematiche e presentazioni personali focalizzate. La mostra coincide con la partecipazione dell’artista alla 12ª edizione di SITE SANTA FE International, a cura di Cecilia Alemani.
Sede e date: 125 Newbury, 395 Broadway, Tribeca, New York — dal 12 settembre al 25 ottobre 2025. Programma correlato: SITE SANTA FE International, Once Within a Time — fino al 12 gennaio 2026.