JPS Gallery Hong Kong presenta “Encounter”, una personale di Jackie Lam — conosciuto come 009 — che riorienta il white cube verso la visione rallentata e la suggestione narrativa. La mostra riunisce i caratteristici “viaggiatori cosmici” dell’artista, figure anonime che attraversano ambienti essenziali e luminosi e funzionano come alter ego del visitatore mentre esplora il proprio territorio interiore. Lungi dall’imporre un’interpretazione, le opere favoriscono proiezione e riconoscimento, assumendo l’attenzione come forma di cura in una cultura ipermediata.
L’installazione è concepita come una soglia pacata tra terrestre e celeste. Le atmosfere marine — centrali nella sensibilità dell’artista — informano una tavolozza e una messa in scena più riflessive che escapiste: un “porto luminoso” in cui viaggiatori e osservatori condividono lo stesso orizzonte senza fretta. In questa architettura del silenzio, la vulnerabilità si fa strumento comunicativo, aprendo uno spazio in cui l’essere visti — da un’opera o da un’altra persona — può avere un effetto riparatore.
Il linguaggio visivo di Lam intreccia riferimenti al manga giapponese e correnti moderniste europee con contorni netti e una cromia satura ma misurata. L’alias “009” rimanda a Cyborg 009 di Shōtarō Ishinomori, meno come omaggio che come indizio di metodo: un impulso narrativo distillato in archetipi e affinato dalla disciplina del design. Ne scaturisce un vocabolario centrato sulla figura — economico, emotivo e leggibile a colpo d’occhio — capace di sostenere densità senza scivolare nel sentimentalismo.
Nato a Hong Kong nel 1979, Lam ha studiato al First Institute of Art and Design prima di lavorare come designer di giocattoli e architetto di parchi a tema — apprendistati che hanno affinato il suo senso della scala, della silhouette e della coreografia dello sguardo. In seguito si è affermato come illustratore e fumettista, pubblicando Drawin9 Life nel 2009. In parallelo ha sviluppato art toys, tra cui l’astronauta “Unio”, molto popolare in Asia; esperienze che nutrono la presenza scultorea e la chiarezza narrativa delle opere in mostra.
“Encounter” articola, in definitiva, una tesi limpida: quando i protagonisti pittorici sono deliberatamente anonimi, è il pubblico a fornire la specificità. Lam sfrutta tale anonimato per costruire scene di portata universale senza scadere nel generico, mettendo al centro dell’incontro i gesti minimi — postura, sguardo, prossimità. Così la mostra ribadisce l’utilità civica della quiete: un promemoria che la connessione prospera dove l’attenzione è tutelata.
Informazioni sulla mostra: JPS Gallery (Hong Kong), G/F, 88–90 Staunton Street, Central, Hong Kong. Vernissage: giovedì 11 settembre 2025, 17:00–20:00. Periodo espositivo: dal 12 settembre all’11 ottobre 2025 (galleria chiusa dal 17 al 22 settembre).