Antony Gormley presenta la mostra “Inextricable” in una doppia sede a Seul

24/08/2025 - 21:54 EDT
Antony Gormley
Antony Gormley DWELL, 2022 6 mm Corten Steel 196 x 229.5 x 230.5 cm Photograph by Stephen White & Co. © Antony Gormley Courtesy Thaddaeus Ropac gallery, London • Paris • Salzburg • Milan • Seoul

La prima mostra personale di Antony Gormley a Seul, intitolata “Inextricable”, sarà presentata in due gallerie, Thaddaeus Ropac e White Cube. La mostra analizza l’intreccio tra l’umanità e l’ambiente urbano, una relazione che, secondo l’artista, si è evoluta al punto che “il mondo ora ci costruisce”.

La mostra si fonda sulla realtà contemporanea secondo cui oltre la metà della popolazione mondiale risiede all’interno di una griglia urbana, una cifra destinata a crescere in modo significativo. In questo contesto, “Inextricable” si configura come un’indagine su come il corpo e l’ambiente circostante si co-costituiscano, utilizzando i materiali e i metodi della città per creare una risonanza tra lo spazio corporeo e quello architettonico. L’allestimento a Seul è particolarmente rilevante, data la rapida trasformazione e la fitta infrastruttura della città.

Presso la galleria Thaddaeus Ropac, nel distretto di Hannam, le opere interrogano la condizione interna del corpo e la sua posizione all’interno degli spazi domestici. Tre “Extended Strapworks” — Dwell, NOW e HERE — impiegano nastri d’acciaio avvolti su sé stessi che seguono la logica ricorsiva di un nastro di Möbius, fondendo interno ed esterno in un’unica superficie continua. Queste sculture dialogano con le geometrie lineari della galleria, estendendosi fino ai suoi confini architettonici. La serie “Open Blockworks”, rappresentata da OPEN DAZE e HOME, riconfigura le forme a blocco solido di Gormley in strutture cellulari e porose che rimangono reattive all’ambiente. Al piano inferiore, un gruppo di “Knotworks” mappa lo spazio-corpo attraverso forme che richiamano le infrastrutture connettive del mondo costruito, come le tubature e le vie di transito.

La mostra alla White Cube, situata nel distretto di Cheongdam, presenta sei sculture che trasformano il corpo attraverso la sintassi dell’ambiente costruito. L’esposizione si estende alla sfera pubblica con due “Blockworks” in ghisa a grandezza naturale. SWERVE IV è collocata sul marciapiede per affermare una presenza fisica in mezzo al traffico pedonale e veicolare, mentre COTCH XIII è appollaiata su un muretto in una posa contemplativa. All’esterno è posizionata anche RETREAT: SLUMP, una forma fortificata e autonoma che si confronta con il flusso dei passanti in uno stretto corridoio. All’interno della galleria, opere della serie “Beamer”, tra cui BIG SLEW e BIG FORM III, sono costruite con travi d’acciaio interconnesse e disposte lungo i tre assi cartesiani, traducendo la massa corporea nel linguaggio lineare dell’architettura.

Secondo l’artista, la mostra “materializza il modo in cui i nostri corpi sono ora legati alle architetture del nostro habitat”. Il progetto a Seul segue le grandi installazioni di Gormley al Museo SAN e si svolge in parallelo ad altre importanti presentazioni internazionali, tra cui la partecipazione alla Biennale di Bukhara e una prossima mostra antologica al Nasher Sculpture Center di Dallas, in Texas.

La mostra sarà inaugurata in concomitanza con la quarta edizione di Frieze Seoul il 2 settembre 2025. L’esposizione da Thaddaeus Ropac durerà fino all’8 novembre 2025, mentre quella alla White Cube si concluderà il 18 ottobre 2025. Tra gli altri impegni di Gormley in questo periodo figurano le sue installazioni al Museo SAN (visibili fino al 30 novembre), la partecipazione alla Biennale di Bukhara dal 5 settembre al 20 novembre 2025 e una mostra antologica al Nasher Sculpture Center dal 13 settembre 2025 al 4 gennaio 2026.

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