Sangue, tradimenti e distintivi: il ritorno esplosivo di Pax Massilia su Netflix

Mentre Marsiglia brucia, un poliziotto caduto in disgrazia è l'unico che può spegnere l'incendio. Arriva la seconda stagione del crudo successo francese di Olivier Marchal.

Pax Massilia
Veronica Loop

L’odore salmastro del Mediterraneo di solito basta a placare l’anima, ma nell’universo di Pax Massilia, la brezza marina porta con sé il sapore metallico del sangue e il fumo acre degli pneumatici bruciati.

Il 9 dicembre 2025, Netflix invita nuovamente il pubblico nella seconda città più grande della Francia per la seconda stagione del suo viscerale thriller poliziesco. Al suo debutto a fine 2023, Pax Massilia è stato un successo inaspettato che ha scosso il panorama internazionale: un gioiello cinetico e grezzo che rifiutava l’estetica sterilizzata dei procedurali moderni a favore di qualcosa di molto più ruvido. Ora, dopo due anni di attesa, il momento è arrivato.

Con il creatore Olivier Marchal — re indiscusso del noir francese — di nuovo in cabina di regia, questa seconda stagione promette di essere più oscura, più veloce e decisamente più pericolosa. Mentre ci troviamo alla vigilia dell’uscita, ecco tutto quello che c’è da sapere sul ritorno nelle strade mortali di Marsiglia.

Le conseguenze: dove eravamo rimasti

Per capire la posta in gioco dei nuovi episodi, bisogna ricordare il paesaggio devastato del finale precedente. La serie ci aveva presentato il Capitano Lyès Benamar (Tewfik Jallab), un poliziotto per cui il regolamento era solo un vago suggerimento. A capo di un’unità ribelle di agenti ferocemente leali, Benamar operava nelle zone grigie per impedire che la sua città venisse inghiottita da una guerra tra bande.

Ma le azioni hanno conseguenze. La prima stagione non si è conclusa con una cerimonia di premiazione, ma con il clic delle manette. Benamar è stato arrestato dagli Affari Interni, pagando infine il prezzo dei suoi metodi poco ortodossi per incastrare il narcotrafficante Franck Murillo. È stato un finale cupo e cinico, tipico della visione del mondo di Marchal: nella guerra al crimine non ci sono vincitori, solo sopravvissuti.

La nuova stagione riprende in questa cruda realtà. L’unità di polizia è fratturata. Le strade sono nel caos. E Lyès Benamar non è più un cacciatore; è una preda, rinchiuso in cella con gli stessi lupi che ha contribuito a ingabbiare.

La premessa: un patto con il diavolo

Il motore narrativo di questo ritorno è alimentato dalla disperazione. Mentre Benamar marcisce in prigione, a Marsiglia è emersa una nuova e spietata razza di criminali per riempire il vuoto di potere. Non sono i gangster vecchia scuola con un “codice d’onore”; sono più giovani, più violenti e completamente imprevedibili.

Di fronte a una battaglia persa, la procura tenta un azzardo calcolato. Offrono a Benamar un accordo: la grazia totale in cambio di una missione suicida. Deve andare sotto copertura per infiltrarsi nell’organizzazione del suo amico d’infanzia e nemico occasionale, Ali Saïdi (Samir Boitard).

La distinzione tra sbirro e criminale è sempre stata sottile nell’opera di Marchal, ma questa volta la linea viene cancellata completamente. Lyès non deve solo agire come un criminale; deve diventarlo per sopravvivere. Questa dinamica sotto copertura cambia il genere della serie. Passiamo da un tattico di squadra a una pentola a pressione psicologica. Benamar deve navigare nelle acque insidiose della malavita senza lo scudo del suo distintivo né la copertura della sua squadra. Ogni conversazione è un campo minato; ogni sguardo potrebbe essere l’ultimo.

Il “Realismo di Marchal”: perché colpisce duro

Cosa distingue Pax Massilia dalla marea di drammi polizieschi sulle piattaforme di streaming? La risposta risiede nella biografia del suo creatore. Prima di essere un regista, Olivier Marchal era un poliziotto. Ha servito nell’antiterrorismo e nella polizia giudiziaria durante i violenti anni ’80. Quando Marchal filma un blitz, una sparatoria o un interrogatorio, non sta copiando altri film; sta attingendo alla sua memoria.

Nei prossimi episodi, ci si aspetta che questo “Realismo di Marchal” venga amplificato. Le sequenze d’azione in Pax Massilia sono distintamente “sporche”. Le armi si inceppano. I caricatori si svuotano. I personaggi rimangono senza fiato. I pugni provocano fratture alle nocche, non solo effetti sonori.

La critica ha elogiato la stagione di debutto per la sua energia cinetica, spesso ottenuta attraverso l’uso della camera a mano che mette lo spettatore direttamente nel fuoco incrociato. Le prime recensioni suggeriscono che la nuova stagione mantenga questo ritmo mozzafiato ma ne ampli la portata. Usciamo dalle claustrofobiche stanze degli interrogatori per immergerci nell’architettura tentacolare e baciata dal sole della città, sfruttando la verticalità di Marsiglia per mettere in scena sequenze complesse.

Il cuore della serie: Lyès e Ali

Se le sparatorie attirano le folle, è la relazione tra Lyès Benamar e Ali Saïdi a trattenerle. Rappresentano due facce della stessa medaglia: due ragazzi dello stesso quartiere che hanno scelto strade diverse ma rimangono legati da una storia comune e da un riluttante rispetto.

La narrazione ora mette questa relazione sotto il microscopio. Ali è stanco. La vita da boss del crimine è pesante e sta cercando una via d’uscita. La missione sotto copertura di Lyès sfrutta questa vulnerabilità. La tragedia della stagione risiede nell’inevitabile tradimento: affinché Lyès ottenga la sua libertà, potrebbe dover distruggere l’unica persona che lo capisce veramente.

Tewfik Jallab (Lyès) porta un’intensità cupa al ruolo, canalizzando la stanchezza di un uomo che ha visto troppo. Samir Boitard (Ali) risponde con una minaccia tranquilla e una sorprendente profondità d’animo. Le loro scene insieme sono l’ancora della serie, ricordando la dinamica tra Pacino e De Niro in Heat – La sfida, trasposta nel porto di Marsiglia.

La squadra: spezzata ma non sconfitta

Sebbene Lyès sia al centro dell’attenzione, Pax Massilia rimane un’opera corale. Il resto della squadra deve muoversi all’interno di una forza di polizia che sta attivamente cercando di eliminare “l’influenza di Benamar”. Il Capitano Alice Vidal (Jeanne Goursaud), introdotta in precedenza come la variabile impazzita trasferita dall’Interpol, è ora un membro centrale del team. Probabilmente dovrà colmare un vuoto di leadership, lottando per tenere unita la squadra mentre aiuta segretamente Lyès. Dall’altra parte, Tatoo (Idir Azougli) e Arno (Olivier Barthélémy), cuore e muscoli del gruppo, vedranno la loro lealtà messa alla prova. Seguiranno gli ordini o diventeranno dei fuorilegge per salvare Lyès quando l’operazione sotto copertura inevitabilmente andrà storta?

Marsiglia: città di luci e ombre

È impossibile parlare di Pax Massilia senza discutere della sua ambientazione. Marsiglia non è semplicemente uno sfondo; è l’antagonista, l’amante e il campo di battaglia. La serie riesce brillantemente a mostrare la doppia identità della città. Da un lato, la bellezza mozzafiato della Costa Azzurra: le acque turchesi, gli yacht di lusso, lo storico quartiere Panier. Dall’altro, le famigerate cités (i casermoni popolari) dei Quartieri Nord, labirinti di cemento che operano secondo le proprie leggi.

La nuova stagione esplora la gentrificazione e la corruzione che corrodono la città. I nuovi cattivi non si limitano a vendere droga; riciclano denaro nel settore immobiliare, corrompono i funzionari comunali e comprano il silenzio. La serie postula che il vero marcio non sia sempre all’angolo della strada; a volte, è in Municipio.

Il verdetto: perché guardarla

In un’epoca di “TV di prestigio” che spesso sembra lenta ed eccessivamente cerebrale, Pax Massilia è un’iniezione di adrenalina. È una narrazione senza pretese, ad alto rischio, che rispetta il desiderio del pubblico di tensione e rilascio. Se avete apprezzato il ritmo implacabile di The Raid, la complessità morale di The Shield o la crudezza europea di Gomorra, questa è la vostra prossima serie da non perdere.

Guida rapida al genere “Polar”

Per i non addetti ai lavori, ecco una breve guida al genere che plasma Pax Massilia. Che cos’è? “Flic” è lo slang francese per sbirro. Il “Polar” (thriller poliziesco) è un pilastro del cinema francese. A differenza delle serie poliziesche americane che spesso si concentrano sul trionfo della giustizia, i polar francesi si concentrano sul costo della giustizia. Gli eroi sono spesso divorziati, alcolizzati o corrotti. Il finale è raramente felice. Le influenze chiave includono Braquo (anch’essa creata da Olivier Marchal), L’odio (per la sua rappresentazione della tensione sociale nelle periferie) e Il braccio violento della legge (per il contesto del traffico di droga transatlantico).

Chi è chi in questa stagione

Per non perdersi nella trama, è vitale conoscere lo status attuale dei protagonisti. Lyès Benamar passa da Capitano a detenuto infiltrato, in cerca di redenzione. Ali Saïdi, il boss del crimine, diventa il bersaglio mentre cerca legittimità. Alice Vidal rimane in servizio attivo, cercando giustizia e proteggendo Lyès. Miranda, degli Affari Interni, rimane l’antagonista legale, mentre Kamala, il nuovo capo della banda, mira al controllo totale di Marsiglia.

Riflessioni finali e data di uscita

Il conto alla rovescia è iniziato. Le celle si apriranno, le microspie verranno piazzate e la guerra per l’anima di Marsiglia ricomincerà. Se Lyès Benamar sopravviverà alla stagione è una domanda aperta, ma una cosa è certa: sarà un viaggio infernale.

La seconda stagione di Pax Massilia esce in tutto il mondo su Netflix il 9 dicembre 2025.

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