La galleria White Cube ha annunciato l’ingresso di Katharina Grosse (nata nel 1961 a Friburgo in Brisgovia, Germania) tra gli artisti da essa rappresentati. Si tratta di una rappresentanza congiunta, gestita in collaborazione con Gagosian, Galerie Max Hetzler e Galerie nächst St. Stephan.
La prima presentazione di Grosse presso White Cube risale al 2002, nell’ex sede della galleria a Hoxton Square. È ora in programma una mostra personale dell’artista presso White Cube Bermondsey a Londra, nell’aprile del 2026. In precedenza, un nuovo dipinto dell’artista sarà esposto presso lo stand della galleria ad Art Basel Miami Beach, nel dicembre 2025.
Per oltre tre decenni, Grosse è stata riconosciuta per un lavoro che ha radicalmente ridefinito i confini della pittura. La sua pratica si definisce attraverso l’applicazione di colori vibranti a spruzzo su interni, architetture e paesaggi. Questo metodo mira a trasformare l’immagine dipinta in un’esperienza multisensoriale che altera la percezione della realtà da parte dello spettatore. Grosse definisce la pittura non come un’applicazione su una superficie, ma come quella che lei definisce una “ecologia temporanea” in cui convergono l’artista, il sito e l’osservatore.

Dalla fine degli anni Novanta, Grosse utilizza una pistola a spruzzo industriale e vernice acrilica. L’artista descrive questo strumento come una “estensione concettuale del pennello”. Tale attrezzatura le consente di applicare il colore su superfici diverse e attraverso ostacoli senza interruzione, lavorando a una scala e a una velocità uniche.
La sua prima opera in situ realizzata a spruzzo, Untitled (green corner) (1998), fu creata dipingendo direttamente sull’architettura della Kunsthalle di Berna, in Svizzera. L’opera, che appariva come un campo fluttuante di colore verde scuro alla giunzione di due pareti, alterava la percezione della superficie e del volume da parte dello spettatore. Questo approccio traeva ispirazione da un precedente periodo trascorso da Grosse a Firenze, dove aveva analizzato l’inseparabilità della pittura ad affresco dalla vita quotidiana e dall’architettura.
Tra le altre opere significative figurano Das Bett (2004), per la quale dipinse la sua intera camera da letto a Düsseldorf e il suo contenuto, e Rockaway (2016), un intervento su un edificio militare abbandonato sul lungomare nel Queens, a New York. Più di recente, la sua commissione per la Messeplatz di Art Basel 2025, CHOIR, consisteva in ampie pennellate di magenta che fluivano attraverso la piazza pubblica, la torre dell’orologio, la fontana e il logo della fiera. È stata la prima volta nella storia del progetto che questo ha assunto la forma di un dipinto.
Anche la pratica di studio di Grosse, che include tele e opere tridimensionali, è guidata da una metodologia simile. L’artista la descrive come un “impulso indisciplinato a impossessarsi dello spazio con la pittura, a sconfinare”. Sia le sue tele che le sue opere in situ hanno lo scopo di inscenare un incontro tanto viscerale e fisico quanto visivo. In tal modo, Grosse invita gli spettatori ad abitare quella che lei definisce “una capsula del tempo che ti porta fuori dalla logica della conseguenza o dell’inizio”.
La mostra personale dell’artista, ‘The Sprayed Dear’, è attualmente in corso alla Staatsgalerie Stuttgart, in Germania (fino all’11 gennaio 2026). Le sue opere sono incluse anche nella mostra itinerante ‘Making Their Mark: Works from the Shah Garg Collection’ presso il Mildred Lane Kemper Art Museum, St. Louis, USA (fino al 5 gennaio 2026) e in ‘The Scharf Collection’ presso l’Alte Nationalgalerie, Berlino, Germania (fino al 15 febbraio 2026). Una futura mostra personale, ‘Black Bed’, è prevista al MUNCH di Oslo (dal 25 settembre al 31 dicembre 2026).


