Siete appassionati di corse di cavalli? Forse non è un hobby così comune come il basket o il tennis, ma vi assicuriamo che è un mondo assolutamente affascinante. Non ci credete? Allora ecco a voi «Race for the crown – I re delle corse di cavalli», un nuovo documentario di Netflix che ci porta nel mondo delle corse di cavalli negli Stati Uniti attraverso le tre grandi gare del torneo, che compongono la Triple Crown e che culmina con il famosissimo Kentucky Derby.
«Race for the crown – I re delle corse di cavalli» offre una visione immersiva e dietro le quinte delle personalità, delle pressioni e del prestigio che circondano la stagione della Triple Crown americana, mirando a catturare il dramma intrinseco del «sport dei re». Prodotta da Box to Box Films, l’acclamato team responsabile del successo di «Formula 1: Drive to Survive», la serie segue una strategia familiare: sfruttare le storie umane e gli elevati valori di produzione per ampliare l’attrattiva di questo sport. Il suo lancio, appena poche settimane prima della 151ª edizione del Kentucky Derby, sembra pensato per catturare il massimo interesse del pubblico.
«Race for the crown – I re delle corse di cavalli» si sviluppa su sei episodi di 45 minuti. La produzione è diretta da un team di esperti documentaristi di Box to Box Films, tra cui i produttori esecutivi James Gay-Rees, Paul Martin, Hillary Olsen, Warren Smith e Ian Sambor, con Tim Stampher e Jordan Bogdonavage come coproduttori esecutivi.

Al galoppo verso gli schermi: dentro il paddock di «Race for the crown – I re delle corse di cavalli»
La premessa centrale di «Race for the crown – I re delle corse di cavalli» segue i principali protagonisti umani — fantini, allenatori e proprietari — mentre affrontano l’esigente e redditizia stagione delle corse di Grado 1 nelle corse di cavalli purosangue. Le corse di Grado 1 rappresentano l’apice assoluto della competizione, con i migliori cavalli, i maggiori montepremi e il massimo prestigio. «Race for the crown – I re delle corse di cavalli» copre una parte significativa del calendario delle corse, iniziando con i prestigiosi campionati della Breeders’ Cup e tracciando il percorso verso il premio ultimo per i cavalli purosangue di tre anni: la Triple Crown. Questo trio di gare include il Kentucky Derby a Churchill Downs, noto come «La corsa delle rose»; il Preakness Stakes all’ippodromo di Pimlico, o «La corsa delle Susane dagli occhi neri»; e il Belmont Stakes a New York, soprannominato «La prova del campione» a causa della sua impegnativa distanza di 1,5 miglia. Vincere tutte e tre le gare in un impegnativo lasso di tempo di cinque settimane è uno dei risultati più eccezionali e celebrati dello sport, che consolida il posto di un cavallo nella storia.
Volti in pista: il mondo ad alto rischio di proprietari, fantini e allenatori
La serie popola la sua narrativa con un cast eterogeneo proveniente dagli alti livelli e dalla prima linea delle corse di cavalli, concentrandosi intensamente sull’elemento umano che guida questo sport.
Il circolo dei proprietari: grandi scommesse ed ego ancora più grandi
Viene dedicato un tempo considerevole ai potenti e spesso stravaganti proprietari che investono milioni in cerca di gloria. Tra questi spiccano Mike Repole, co-fondatore di Vitaminwater, noto per il suo significativo investimento annuale in cavalli (secondo quanto riferito, oltre 20 milioni di dollari all’anno), e John Stewart. La loro rivalità è presentata come una trama chiave, che incarna l’intensa competizione alimentata dalle enormi poste finanziarie. Come afferma lo stesso Repole nella serie: «C’è una quantità incredibile di denaro in questo gioco». Appare anche Michael Iavarone, che aggiunge una prospettiva unica. Jayson Werth, ex giocatore MLB All-Star e campione delle World Series, che ha fondato Icon Racing. Werth, il cui cavallo Flying Mohawk gareggiava per un posto nel Kentucky Derby, appare ampiamente nella serie e presenta anche un podcast sulle corse di cavalli, «Off the Rail». La serie si concentra sulla narrativa dei «magnati miliardari» i cui «investimenti milionari e il loro insaziabile appetito per la gloria» alimentano «intense rivalità».
La prospettiva dei fantini: determinazione e gloria
La serie mette in risalto anche gli atleti che si associano a questi potenti competitori equini. Il leggendario fantino italiano Frankie Dettori è una figura centrale, che racconta la sua decisione di rinunciare al ritiro e trasferirsi negli Stati Uniti in cerca di aggiungere una vittoria nella Triple Crown al suo illustre palmarès mondiale. «Non ero pronto per ritirarmi. Preferisco morire su un cavallo che morire di noia», dichiara Dettori nello show. Gli spettatori possono conoscere da vicino il suo stile di vita e il suo ruolo di mentore per due giovani fantini italiani residenti in California, Umberto Rispoli e Antonio Fresu. Un altro protagonista è Brian Hernández Jr., che ha portato Mystik Dan alla vittoria nel Kentucky Derby del 2024. Il team di produzione ha catturato il suo percorso verso il Derby, inclusa la sua vittoria nel Kentucky Oaks il giorno precedente, che il produttore Warren Smith descrive come una fortunata coincidenza che ha fornito un arco narrativo avvincente. La serie offre anche uno sguardo toccante sulle sfide affrontate da Katie Davis, una fantina residente a New York e una delle poche donne a competere ai massimi livelli. La sua storia esplora il suo ritorno all’equitazione dopo 16 mesi di pausa per la nascita di suo figlio, evidenziando gli ostacoli unici che affronta, dallo scetticismo dei funzionari all’isolamento degli spogliatoi separati, spesso vuoti, rispetto al vivace cameratismo degli spogliatoi maschili. Completano la lista dei fantini in evidenza un cast di talenti di prim’ordine noti agli appassionati di corse, tra cui le star portoricane e fratelli Irad Ortiz Jr. e José Ortiz, i membri della Hall of Fame John Velázquez (il fantino con più vittorie di tutti i tempi a Saratoga) e Javier Castellano (vincitore del Derby 2023), i fantini francesi Flavien Prat e Florent Geroux, e il fantino panamense Luis Sáez.
Il tocco degli allenatori
Sebbene il focus principale sembri essere sui proprietari e sui fantini, diversi allenatori di spicco offrono le loro opinioni. Appare Kenny McPeek, allenatore del vincitore del Kentucky Derby del 2024, Mystik Dan, insieme a Danny Gargan, che ha anche allenato un vincitore della Triple Crown del 2024. Entrambi sono ritratti in modo favorevole, rappresentando l’archetipo del «jockey di lunga data» che raggiunge il successo. Altri allenatori di spicco che appaiono sono Bob Baffert, Brad Cox e Larry Demeritte, tutti di grande successo ma spesso controversi.
L’effetto «Drive to Survive»? Box to Box Films prende le redini
Il coinvolgimento di Box to Box Films è forse l’indicatore più significativo dell’approccio previsto e del potenziale impatto della serie. Questa casa di produzione si è creata una nicchia realizzando docuserie sportive di grande successo per Netflix, come «Formula 1: Drive to Survive», «Full Swing», incentrata sul golf, e la serie sull’atletica leggera «SPRINT». Il loro stile distintivo consiste nell’ottenere un accesso privilegiato agli atleti e alle parti interessate, concentrandosi sulle personalità e le dinamiche interpersonali, e presentando il dramma dietro le quinte con elevati valori di produzione e una narrazione cinematografica. L’obiettivo chiaro sembra essere quello di replicare il fenomeno di «Drive to Survive» nelle corse di cavalli. A quella serie è attribuito il merito di aver aumentato significativamente la popolarità della Formula 1, specialmente nel redditizio mercato statunitense, rendendo questo sport complesso accessibile e attraente per un pubblico nuovo e più ampio. Applicando la stessa formula, che enfatizza le storie umane, le rivalità e le pressioni inerenti alla competizione d’élite, Netflix e Box to Box scommettono di ottenere un risultato simile per il «sport dei re». Curiosamente, secondo quanto riferito, il concetto originale della serie comprendeva una gamma più ampia di corse internazionali, ma Netflix ha deciso infine di concentrarsi specificamente sulla Triple Crown americana. Ciò suggerisce una decisione calcolata per concentrare la narrativa sulla serie di corse più riconoscibile e commercializzabile all’interno degli Stati Uniti, con l’obiettivo probabile di ottenere la massima risonanza tra quel pubblico principale, pur rimanendo attraente a livello internazionale.
La nostra opinione
Stessa formula sportiva applicata, questa volta, alle corse di cavalli. Il design di produzione, il tipo di programma, è già riconoscibile e lascia un po’ di sorpresa. Questo è certo: ottiene tutto ciò che vuole e i produttori ottengono accesso esclusivo a tutto, fantini, proprietari e allenatori, e lo offrono allo spettatore su un piatto d’argento. Rivalità, conflitti e, soprattutto, glamour. Che ve lo godiate.
Dove guardare “Race for the crown – I re delle corse di cavalli”