“Il buco: Capitolo 2” debutta su Netflix: Un thriller horror kafkiano

Il buco: Capitolo 2 - Netflix
Veronica Loop Veronica Loop

“Il buco: Capitolo 2” è un film diretto da Galder Gaztelu-Urrutia con Milena Smit, Hovik Keuchkerian, Natalia Tena y Óscar Jaenada.

333 livelli di lotta, giustizia sociale e religione: Una metafora brutale della vita, delle gerarchie sociali, dell’indottrinamento, delle norme e dell’eterna lotta dell’uomo per sopravvivere alla ricerca di soddisfare la sua fame insaziabile.

“Il buco: Capitolo 2” è l’atteso sequel del film di Netflix del 2019 e, sebbene possa mancare l’elemento sorpresa dell’originale, eccelle nell’esecuzione tecnica e nella sceneggiatura, dimostrando di essere una continuazione lodevole per un’esperienza cinematografica concepita in modo unico.

Inoltre, il film brilla a livello tecnico, con il regista che impiega ogni strumento cinematografico disponibile per avvolgerci in questo incubo surreale e straziante dell’esistenza umana.

Trama

La narrazione è incentrata su diversi prigionieri sottoposti a un esperimento inquietante: sono confinati in livelli multipli dove il cibo scende attraverso una piattaforma, e ogni individuo deve consumare solo ciò che gli viene assegnato.

La violazione di questa regola comporta la morte.

Ci sono due prigionieri per livello, per un totale di 333 livelli.

Il cibo scende dai livelli più alti a quelli più bassi, creando apparentemente una struttura egualitaria di distribuzione equa.

Se tutti rispettano le regole, il cibo dovrebbe, in teoria, raggiungere tutti i livelli in modo soddisfacente.

Ma, prevedibilmente, il cibo non raggiunge mai tutti.
Chi allora infrange le regole?

Informazioni sul film

Una straziante metafora sull’ordine sociale e sulla condizione umana, che racchiude l’assurdità e l’egoismo che paradossalmente si trova in tutti noi. “Il buco: Capitolo 2” è una profonda allegoria dell’ordine sociale, della distribuzione equa delle risorse e delle norme politiche e sociali che, pur sostenendo l’equità, spesso culminano nell’ingiustizia.

Un concetto avvincente, vero? Era intrigante nel 2019 e lo è ancora oggi. Galder Gaztelu-Urrutia reimmagina l’idea dalle fondamenta: non è necessario aver visto il primo film per capire questo, e il concetto rimane del tutto attuale e stimolante.

Non è del tutto originale e potrebbe ricordare agli spettatori un po’ troppo “Cube” (1997), la serie di film che ha avuto un impatto significativo sulla fantascienza. Sebbene si tratti di un universo parallelo terrificante, questa iterazione offre una maggiore profondità metaforica e una maggiore attenzione ai temi sociali piuttosto che astratti.

“Il buco: Capitolo 2” si basa su una solida sceneggiatura, scritta dal regista in collaborazione con Pedro Rivero, Egoitz Moreno e David Desola. Tuttavia, il suo successo risiede principalmente nel montaggio, negli effetti visivi e nell’ambientazione… la direzione e la dedizione del suo regista, Galder Gaztelu-Urrutia, che ancora una volta crea un universo da incubo che trascende il semplice orrore per offrire una metafora sull’ordine sociale, sull’esistenza umana e sull’eterna lotta dell’uomo con se stesso.

Non è un film per tutti, ma “Il buco: Capitolo 2” è uno di quei rari film che provocano riflessioni profonde e lasciano un’impressione duratura.

Lo apprezzi.

Dove guardare “Il buco: Capitolo 2”

Netflix

The Platform 2 | Official Trailer | Netflix

Condividi questo articolo
Leave a Comment